Il rangaku del terzo millennio : Hideo Kojima

Giappone. Epoca Tokugawa. Secolo XVII. Anno 1639. La serie di editti emanati dallo shogunato a partire dal 1633 culmina con l’espulsione di tutti gli stranieri dal suolo giapponese.

È l’inizio del Sakoku, la politica isolazionista autoimposta che resterà in vigore nella terra del Sol Levante fino alla restaurazione Meiji del 1868. Uniche eccezioni al bando sono i mercanti cinesi, stanziati in un quartiere di Nagasaki, e quelli olandesi, confinati sull’isoletta artificiale di Dejima al largo del porto della stessa città. L’interesse per le conoscenze scientifiche e tecniche degli olandesi spinge alcuni giapponesi ad entrare in contatto con loro, trasgredendo il divieto vigente. Lo studio delle nuove conoscenze in campo medico, marittimo, astronomico viene sistematizzato nella disciplina del rangaku, letteralmente “sapere olandese”.

 

Giappone. Epoca Heisei. Secolo XXI. Anno 2015. Hideo Kojima, tra i massimi autori del media videoludico, lascia Konami, la compagnia all’interno della quale ha costruito la sua trentennale carriera e per la quale ha sviluppato la serie Metal Gear Solid che lo ha reso famoso. Senza la copertura finanziaria di un grande publisher alle spalle, senza un proprio team di sviluppo, senza la tecnologia del Fox Engine, motore grafico di ultima generazione impiegato in Metal Gear Solid V e rimasto in mano a Konami, il game designer prende in seria considerazione l’ipotesi di lasciare l’industria videoludica, prima che colleghi del settore e soprattutto l’apprezzamento da parte dei fan lo convincano a fondare nello stesso anno lo studio indipendente Kojima Productions. La volontà di consegnare il prima possibile al pubblico il suo nuovo gioco Death Stranding, in esclusiva PS4, lo porta a considerare sconveniente impiegare tempo e risorse nella costruzione da zero di un nuovo motore di sviluppo, e a utilizzare piuttosto una tecnologia di terze parti; è per trovare quella a lui più congeniale che a gennaio 2016 parte con Mark Cerny, lead architect del sistema PS4, per un tour mondiale durante il quale visita decine di differenti case di sviluppo. Dieci mesi più tardi, al Playstation Experience 2016, l’annuncio: Kojima Productions utilizzerà il motore dello studio olandese Guerrilla, celebre per la serie sparatutto Killzone e per l’acclamato Horizon: Zero Dawn. La scelta non è determinata solo da considerazioni tecniche, ma anche dal fatto che Hermn Hulst, CEO di Guerrilla, offra, al posto della mera cessione dei diritti di utilizzo, l’accesso diretto al codice madre, cosicché entrambi i team possano usufruire in tempo reale dei miglioramenti apportati. Per celebrare questo accordo, senza precedenti nel media, il motore grafico di Guerrilla è rinominato Decima (Dejima in giapponese) e il logo adottato si ispira alla forma dell’omonimo antico fondaco di Nagasaki, a sancire una collaborazione neerlando-nipponica fondata sull’interesse tecnologico che si può epitomizzare in un titolo: RANGAKU DEL TERZO MILLENNIO.

 

 

 

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