NipPop @FEFF20 con Yoshida Daihachi


Lo staff di NipPop in trasferta al FEFF20, ha incontrato il regista Yoshida Daihachi. Dopo una carriera ventennale nel mondo degli spot per la tv e dei video musicali, realizza il suo primo lungometraggio nel 2007, la commedia Funuke Show Some Love, You Losers! Selezionato alla Settimana della Critica di Cannes, oltre che dal FEFF10 di Udine, segna l’inizio di una nuova fase e di un successo ininterrotto che prosegue nel 2012 con The Kirishima Thing, e poi nel 2014 con Pale Moon, insignito di una lunga lista di premi.

 

NipPop: Hitsuji no ki (The Scythian Lamb) è basato un manga. Ha introdotto dei cambiamenti nella pellicola rispetto alla storia originale? E più in generale è diverso lavorare su un film partendo da un manga rispetto a un novel o un romanzo?

Yoshida Daihachi: Del manga mi è piaciuto il setting, l’idea di un gruppo di ex-detenuti che vengono accolti come residenti in una piccola città, all’insaputa di tutti eccetto i funzionari del comune. Mi interessava immaginare cosa potrebbe succedere in una situazione del genere, come reagirebbero le persone ‘normali’. Il film in parte si allontana dal manga, la vicenda si sviluppa in modo diverso, c’è l’impronta originale del regista, interessato soprattutto al risvolto sociale.

In generale comunque partire da un manga, cioè da un testo visivo, o da un romanzo per me è la stessa cosa. L’importante è quello che mi rimane dentro dopo averli letti, perché è questa sensazione che cerco di trasmettere al pubblico.

NipPop: Dei sei ex-detenuti alcuni sono consci della gravità dei loro crimini e vogliono soltanto redimersi. Altri invece seppur consci delle azioni commesse non se ne pentono. Dove collocherebbe la figura ambigua di Miyakoshi, che inizialmente appare come quello più disposto a integrarsi ma alla fine dimostra di aver perso la sua umanità?

Yoshida Daihachi: A proposito del ruolo di Miyakoshi ho voluto evidenziare come quello che una persona è e quello che vuole siano due cose separate. Infatti tra la sua natura e la sua volontà si scatena un conflitto. Volevo descriverlo perché in realtà riguarda la maggior parte di noi, persone normali. E quando la distanza è profonda, nasce la tragedia, esplodono il crimine e la violenza.

NipPop: Qual è la sua interpretazione della leggenda dell’agnello della Scizia? Come si lega ai personaggi della storia?

Yoshida Daihachi: Su questo punto mi piacerebbe sentire la vostra opinione. Anche perché il manga originale aveva un finale un po’ diverso quindi io ho già dato la mia interpretazione.

NipPop: Sinceramente non conoscevamo la leggenda, quindi ci siamo informati. L’idea che ci siamo fatti è che come dalla pianta nascono pecore o agnelli legati gli uni agli altri, così anche gli esseri umani sono collegati gli uni agli altri, come l’agnello se staccato dalla pianta non può vivere, così l’essere umano, il singolo, staccato dalla comunità non riesce a sopravvivere.

Yoshida Daihachi: A me non interessa dare una risposta, voglio che ognuno cerchi e trovi la sua. La vostra, cioè che un seme può nascere solo se cade nel posto giusto, altrimenti no, per me è molto interessante.

NipPop: Collegandoci a questo, nel finale dalle piccole tombe dove Kurimoto seppellisce amorevolmente gli animaletti morti, nasce una piantina. Possiamo interpretarlo come la rinascita dei detenuti rimasti che hanno iniziato a integrarsi nella comunità?

Yoshida Daihachi: Come avete giustamente osservato, da certe tombe è nata una piantina, da altre no. Non possono nascere da tutte. Se non nasce niente, c’è solo disperazione, ma non avrebbe senso fare un film così. Io voglio sempre trovare una speranza: è questo che vorrei trasmettere attraverso i miei film.

NipPop: The Scythian Lamb nasce dalla contaminazione di generi diversi, dalla commedia al dramma sociale al thriller. C’è una volontà precisa di sfuggire le categorizzazioni?

Yoshida Daihachi: Nella vita possono succedere tante cose, tristi o gioiose, non voglio che i miei film siano categorizzati semplicemente come commedie o tragedie. Il momento comico per me può essere anche nel tragico. Dipende anche dal punto di vista. Io voglio avvicinare i film alla vita reale, che è un misto di commedia e tragedia. E non mi interessano le categorizzazioni.

NipPop: Come lei stesso ha detto all’inizio, rispetto al manga ci sono delle differenze, e una di queste è la presenza della band musicale. Perché ha scelto di inserire proprio questo dettaglio, che diventa un elemento importante del rapporto tra i personaggi?

Yoshida Daihachi: Suonavo in una band al liceo, e volevo descrivere come i giovani trascorrono il tempo libero in una piccola cittadina: bere, andare al karaoke, o suonare in una band. D’altro canto accettare o meno un nuovo membro nella band, oppure imparare a suonare sono dinamiche di integrazione nella comunità, quindi anche qui ritorna la metafora alla base del film.

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