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NipPop @FEFF18: The Mysterians e Matango

23 Aprile 2016
Chiara Fumagalli

In attesa della premiere di The Tiger di Park Hoon-jung di venerdì 22 aprile, il Far East Film Festival si è aperto con due proiezioni a tema sci-fi nella suggestiva location del Visionario di Udine: The Mysterians (Chikyū bōeigun 地球防衛軍) e Matango (Matango マタンゴ) di Honda Ishiro, regista conosciuto per i suoi  kaijū eiga (怪獣映画, film di mostri), tra cui il celebre Godzilla (Gojira ゴジラ, 1954).

The Mysterians (Chikyū bōeigun 地球防衛軍)

Realizzato nel 1957, momento in cui l’industria del cinema giapponese era all’apice della produzione, The Mysterians è stato il primo film di Honda girato con la tecnica del Tohoscope (un nuovo formato panoramico) con l’aggiunta dei tipici tokusatsu (特撮, effetti speciali della Toho, la casa di produzione del film), in uno stile che richiama sia quello dei suoi film kaijū precedenti, sia quello delle saghe hollywoodiane sulle invasioni aliene.

La vicenda si svolge in un piccolo villaggio vicino al monte Fuji dove, a seguito di un terremoto, emerge dal sottosuolo Mogera, un gigantesco uccello-robot che inizia a spaventare l’intera popolazione. Dopo gli inefficaci tentativi di difesa con l’artiglieria militare, il mostro viene finalmente ucciso grazie a una potente esplosione, e dalle analisi dei resti si scoprono le sue origini extraterrestri.

Poco tempo dopo, un’enorme cupola emerge dal terreno: i Misteriani, razza aliena con fattezze umanoidi che hanno inviato Mogera per dimostrare la propria forza e superiorità tecnologica rispetto ai terrestri, sono arrivati sulla terra per potersi accoppiare con le donne umane e rinnovare la propria razza, indebolita dalle radiazioni nucleari che avevano distrutto il loro pianeta 100000 anni prima durante una guerra, e della quale loro sono i pochi sopravvissuti.

Si innesca, così, una vera e propria battaglia tra gli scienziati e i militari giapponesi, supportati da aiuti provenienti da tutto il mondo, e il popolo alieno, in un susseguirsi di scene concitate e dal ritmo frenetico, attacchi con carri armati, aerei, razzi e raggi laser.

Il film si conclude con un doppio attacco, sia dall’interno della navicella con il sacrificio di uno dei protagonisti che inizialmente sembrava schierato a favore dei Misteriani, sia dall’esterno con l’uso del Markalite FAHP, una potentissima arma a forma di parabola gigantesca che crea potenti raggi di calore distruttivi.

A meno di dieci anni dallo sgancio delle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki durante la seconda guerra mondiale,  The Mysterians è una pellicola che racchiude tre messaggi importanti, rimarcati durate tutta la proiezione del film e che si ritrovano in molte altre storie giapponesi: non bisogna usare la tecnologia e le conoscenze scientifiche nel modo sbagliato, è necessario imparare dalla storia per non ripetere gli stessi errori (in questo caso il riferimento è alla guerra nucleare combattuta dai Misteriani e che ha portato al quasi totale sterminio della loro razza), e tutto il mondo deve unirsi e cooperare per il bene dell’intera umanità.

Matango (Matango マタンゴ)

Siamo, invece, nel 1963 con Matango, film ispirato al racconto di William Hope Hodgson del 1907 The Voice in the Night, in cui alcuni umani, mangiando una particolare tipologia di funghi, si trasformano in inquietanti uomini-fungo.

La pellicola si apre con un’atmosfera allegra e leggera, in cui si vede un gruppo di amici solcare le onde del mare su uno yacht di lusso. Ben presto, però, l’atmosfera si incupisce: a causa di una violenta tempesta, che distrugge parte dell’imbarcazione, i protagonisti si ritrovano catapultati su un’isola deserta.

Durante l’esplorazione del luogo in cerca di acqua e cibo, i naufraghi scoprono le rovine di una nave utilizzata per una spedizione scientifica, il cui interno, però, è ricoperto da uno strano strato di muffa. Durante la pulizia degli spazi scoprono che vi potrebbero essere stati compiuti dei test nucleari, che hanno causato delle mutazioni nella vegetazione circostante, tra cui diverse varietà di funghi che sembrano essere velenosi. Interessante la rappresentazione del primo fungo che i protagonisti scoprono all’interno di una stiva, che richiama la tipica forma del fungo atomico.

L’atmosfera diventa sempre più strana ed inquietante, in un crescendo di angosce e dubbi, soprattutto in seguito all’incontro con una creatura grottesca dal volto deformato che una notte decide di salire sulla nave e che spaventa l’intero gruppo: è un uomo-fungo, forse uno degli ex membri dell’equipaggio della nave abbandonata.

Con il crescere della fame i rapporti all’interno del gruppo iniziano a sfaldarsi, rivelando la reale natura dei soggetti: ognuno diventa nemico dell’altro, i sospetti e le tensioni crescono fino a esplodere in un tripudio di violenza, allucinazioni, deliri e mutazioni genetiche.

Il finale tragico riserva un ultimo colpo di scena: uno dei protagonisti, che vediamo di spalle all’inizio del film rinchiuso in un ospedale psichiatrico di Tokyo, l’unico dei naufraghi riuscito a ritornare dall’isola che sembra si sia salvato dalla trasformazione in uomo-fungo e che narra l’intera vicenda, rivela il volto contaminato e deformato, nonostante le precauzioni prese per evitare il contagio.

Una conclusione, quindi, che non lascia speranze di salvezza, diventando metafora di una società fragile e in trasformazione, destinata ad un futuro di totale disumanizzazione.

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