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NipPop Book Club: il quinto appuntamento vede protagonista la regina del noir giapponese, Kirino Natsuo

18 Giugno 2020
Beatrice Bianca Bonetti

 


Mercoledì 13 maggio, gli appassionati del noir giapponese si sono incontrati in diretta streaming sui canali ufficiali di NipPop, per il quinto appuntamento del NipPop Book Club. L’evento, curato da Paola Scrolavezza e Martina Gagliano, ha raccolto una serie di commenti e spunti interessati in merito al romanzo La notte dimenticata dagli angeli.

La notte dimenticata dagli angeli

Il romanzo di Kirino Natsuo, è il secondo di una serie dedicata all’indecifrabile detective Murano Miro, giovane investigatrice alle prime armi, che porta avanti il mestiere del padre con non poche difficoltà. Il giallo, in lingua originale Tenshi ni misuterareta yoru, è uscito in Giappone nel 1994 ed è stato pubblicato in Italia nel 2016 da Neri Pozza Editore, nella traduzione di Gianluca Coci. Il romanzo vincitore del premio Edogawa Rampo che inaugura la serie hard boiled che vede protagonista Murano Miro, Pioggia sul viso (Kao ni furikakaru ame), è uscito in Giappone nel 1993 e in Italia nel 2015. Gli altri noir che proseguono la fortunata serie, Mizu no nemuri hai no yume e Dāku, usciti nel paese del Sol Levante rispettivamente nel 1995 e nel 2002, non sono ancora stati tradotti in lingua italiana.

Kirino Natsuo

Con un nome da uomo scrivo storie nere. Così avverto le donne: il Giappone ci tradisce.

È indubbio che le vere protagoniste dei libri di Kirino sono le donne, con le loro difficoltà a livello sociale e culturale in un paese che ancora vuole relegare la donna ad un ruolo marginale rispetto all’uomo, a un destino già segnato. L’autrice vuole mettere in guardia le sue lettrici dalla società giapponese, che vede la donna come una moglie e una madre a fianco dell’uomo, lavoratore e capofamiglia. Mariko Hashioka, nome all’anagrafe di Kirino Natsuo, non ha mai parlato con la polizia o esponenti del mondo criminale per raccogliere materiale per i suoi romanzi, piuttosto trae spunto dai fatti di cronaca, poi elaborati con la sua immaginazione. L’autrice nelle interviste afferma di aver scelto uno pseudonimo maschile per non essere associata alla scrittura femminile, anch’essa marginalizzata e relegata in scaffali a parte nelle librerie, quasi come se fosse un genere a sé stante. Al cuore dei romanzi di Kirino ci sono le donne, alle quali attraverso la sua scrittura vuole offrire una forma di emancipazione rispetto al ruolo previsto per loro da una società ancora decisamente dominata dal maschilismo. L’autrice afferma di non aver mai voluto scrivere propriamente dei noir, ma è così che si sono sviluppate le sue storie, incentrate sulla figura una giovane donna, sola a Tōkyō. È un caso che il processo creativo l’abbia portata verso questo genere letterario.

È tornato il NipPop Book Club

Una stanza angusta stracolma di oggetti. C’è di tutto: una montagna di vestiti, scarpe, borse, piccoli peluche vinti alle macchinette, cuscini colorati. Le pareti sono ricoperte da soprabiti e giacche appesi a grucce di filo metallico; il comò è invaso da cosmetici, occhiali da sole, accessori vari, un barattolo di caramelle e altre cianfrusaglie. Su un tavolino di vetro, spiccano un telefono rosso, un pacco di merendine e alcune riviste di manga. Il pavimento è un mare di cartacce, bottiglie di plastica, indumenti sgualciti e ogni genere di cose. La stanza dà quasi l’impressione di un enorme immondezzaio. In mezzo a questa baraonda, c’è una giovane donna seduta con la schiena dritta sul bordo di un letto: sembra l’unico elemento stabile e armonioso dell’insieme. A ben vedere, però, tutt’intorno a lei è pieno di magliette, asciugamani ripiegati e altra roba. E in un angolo del letto, sopra la coperta in stile indiano, si distingue anche un posacenere. La donna lo afferra con la mano destra e con la sinistra spegne la sigaretta che ha appena finito di fumare. Lo fa in modo maldestro, è insicura, le tremano le mani. «Che stanza indecente…» sussurra una voce maschile.

La notte dimenticata dagli angeli è, secondo Paola Scrolavezza, uno dei romanzi più belli e intriganti dell’autrice. Un romanzo che, come lascia intendere fin dall’inizio, ancora una volta parla di donne, e nello specifico uno dei lati più oscuri del mondo femminile, quello legato alla pornografia. Questo romanzo quindi, come tanti altri di Kirino, è un viaggio negli abissi del degrado della natura umana.

Le impressioni di Paola Scrolavezza e Martina Gagliano
I partecipanti hanno interagito via chat, in una “stanza virtuale”, scambiandosi opinioni in merito all’intrigante noir di Kirino, comodamente dal proprio divano di casa. A Martina Gagliano, che ha interagito in diretta con Paola Scrolavezza durante l’incontro, il romanzo è piaciuto molto: un noir avvincente, da leggere tutto d’un fiato. La scrittura di Kirino non lascia un attimo di respiro al lettore, che è talmente preso dalla storia da non voler interrompere la lettura. Lo stile ricorda quello di un film, per il suo realismo e le descrizioni dettagliate e vive che fanno immaginare al lettore la scena. La figura della detective Murano Miro è molto affascinante, e la sua relazione con la città, Tōkyō, rappresentata nel suo lato cupo e glaciale, è la cornice perfetta per un giallo hard boiled. La psicologia della detective si lega perfettamente alla descrizione della città, alla quale sembrano accomunarla tristezza e sconforto. Un’altra particolarità di questo romanzo è la sua coralità: Miro non è una detective solitaria, ma ha la compagnia del suo amico Tomo e del padre, ex detective, per non parlare dei numerosi personaggi che si incastrano nella narrazione. L’importanza data alla psicologia femminile, una delle peculiarità della scrittura di Kirino, non manca nemmeno in questo coinvolgente noir. Non è una vera scrittura femminista, come affermato dalla stessa autrice, ma la psiche femminile è protagonista di tutti i suoi romanzi, compreso questo, dove, man mano che si procede nella lettura, si penetra sempre più in profondità nella mente della detective.

I commenti del Book Club

Le quattro casalinghe di Tokyo e Grotesque sono i due romanzi più famosi di Kirino Natsuo, apprezzati per i loro intrecci originali e assolutamente imprevedibili. Sono testi più complessi perché ancora più corali. La struttura caratteristica dei romanzi di Kirino, quella cioè che vede diverse storie intrecciarsi, è ben presente ed evidente in queste due opere. Ma anche i romanzi della serie della detective Murano Miro, hanno una forza notevole. Pioggia sul viso e La notte dimenticata dagli angeli hanno un impianto noir più “tradizionale”, mentre Le quattro casalinghe di Tokyo e Grotesque hanno una sottotrama noir, ma raccontano storie più particolari.

Le figure femminili di Kirino hanno tante sfaccettature, sono donne indipendenti che possono svolgere il ruolo sia di vittima sia di protagonista. L’obiettivo dell’autrice è investigare non solo la psiche ma anche la vulnerabilità della donna, soprattutto in un contesto sociale come quello del Giappone contemporaneo, una società tendenzialmente patriarcale e maschilista, che tende ad assegnare un ruolo marginale alla donna.

La capacità, la volontà di problematizzare contesti e situazioni è forse il tratto più peculiare di Kirino Natsuo: nei suoi romanzi, nelle storie che racconta, non è mai tutto bianco o nero, ma i personaggi e le situazioni più complesse – la pornografia e la prostituzione – sono visti da prospettive multiple che tendono a far riflettere il lettore. Le scrittrici del poliziesco femminile che emergono sulla scena letteraria giapponese a fine anni ’80, tra le quali troviamo anche Kirino Natsuo, sicuramente subiscono l’influenza di Matsumoto Seichō e del suo ‘giallo sociale’, per l’importanza che attribuiscono alla psicologia del personaggio e per l’attenzione ai temi sociali più controversi e problematici.

Inoltre, la detective Murano Miro ha una sua storia che si snoda e si sviluppa da un romanzo all’altro, e rispetto ad altre serie dove il protagonista tende a rimanere piuttosto statico – come Sherlock Holmes per esempio – il suo personaggio attraversa un’evoluzione.

Nonostante il romanzo lasci molto spazio agli stilemi della detective fiction, non è per questo meno incisivo, e la figura di Murano Miro affascina proprio per le questioni irrisolte che l’accompagnano – il passato, il presente, i rapporti con gli uomini.

Uno degli elementi più affascinanti dei romanzi di Kirino è che costruisce dei personaggi forti e, nel bene o nel male, sempre incisivi. Anche i personaggi femminili di Grotesque Le quattro casalinghe di Tokyo rimangono scolpiti e impressi nella memoria. Murano Miro è un personaggio femminile molto interessante anche in quanto detective donna, perché riveste un ruolo riservato solitamente a un personaggio maschile. Secondo Martina Gagliano è difficile fare un paragone fra La notte dimenticata dagli angeli e – per esempio – Le quattro casalinghe di Tokyo perché quest’ultimo è incentrato sulla solidarietà femminile, sul ruolo della donna all’interno del contesto familiare e sulle problematiche relative al mondo del lavoro. Qui invece l’attenzione è spostata più sull’indagine, con la scoperta di diversi indizi che portano alla soluzione finale. L’impostazione dei due romanzi è dunque molto diversa.

Questo romanzo tocca un tema forte, quello della pornografia e del rapporto della donna con tale mondo. Mostra delle donne che attraverso la pornagrafia acquisiscono un potere, approfittando del desiderio maschile. Tuttavia si tratta di una forma di empowerment molto ambigua, perché lo strumento per ottenerlo è l’oggettificazione di sé stesse e del proprio corpo. È un discorso molto complesso: i personaggi prendono, coinvolgono, ci si identifica con loro e un attimo dopo li si trova irritanti, ripugnanti anche. Un gioco che ha l’effetto di tenere il lettore avvinto alla lettura.

Il nostro Book Club si è concentrato su diversi noir del panorama letterario giapponese, da La strana storia dell’isola Panorama di Edogawa Ranpo a Nero su bianco di Jun'ichirō Tanizaki, da La ragazza del Kyushu di Matsumoto Seichō a L’uomo che voleva uccidermi di Yoshida Shūichi. Ma qual è il romanzo che è piaciuto di più agli appassionati frequentatori del Book Club? Le opinioni sono contrastanti, e sommando i voti i lettori sono indecisi tra La ragazza del Kyushu e La notte dimenticata dagli angeli. Voi cosa ne pensate?

Murakami Ryū ha influenzato Kirino Natsuo?

A conclusione dell’appuntamento, si è aperto un dibattito per valutare se il romanzo Blu quasi trasparente di Murakami Ryū e La notte dimenticata dagli angeli di Kirino Natsuo fossero paragonabili, essendo accomunati dalla tematica del degrado della natura umana. Il romanzo di Murakami Ryū è una pietra miliare che ha segnato una generazione. Kirino Natsuo sicuramente conosce questo romanzo, ma i due autori provengono da contesti molto differenti, dunque parlare di un’influenza diretta è azzardato. Ci sono sicuramente delle consonanze, anche le sensibilità dei due scrittori sono molto diverse e in Kirino in particolare c’è un interesse preciso per la condizione femminile e per il crimine che manca in Murakami Ryū. Certo, l’attenzione per il lato oscuro dell’essere umano e della società è presente in entrambi gli scrittori, ma non dobbiamo dimenticare che appartengono a due generazioni diverse. Rispetto a Blu quasi trasparente, La notte dimenticata dagli angeli riflette uno stadio della società giapponese che è molto diverso, fa riferimento al contesto del post-bolla. Quello che hanno in comune è l’attenzione per la società, per le sue crepe e per il lato oscuro dell’essere umano. Rientrano fra quegli autori che hanno un interesse per la società e che non hanno paura di affrontare temi forti e disturbanti. I personaggi di Murakami hanno un lato introspettivo più profondo, il degrado della società diventa il degrado dell’individuo solo, come si può notare leggendo Blu quasi trasparente e Tokyo Soup. C’è la volontà di mettere in luce i lati oscuri della società giapponese soprattutto attraverso gli effetti che hanno sulla psiche dell’individuo. Kirino invece ricorre al crimine, nelle sue stesse parole una crepa che permette di illuminare aspetti della realtà e della società che altrimenti non vedremmo, e in questo senso ha una prospettiva più ampia.

Opinioni sul finale: allerta spoiler!

Il finale è completamente diverso da quello che uno si aspetterebbe perché c’è un colpo di scena che lascia il lettore spiazzato e movimenta la narrazione. I finali dei romanzi noir giapponesi lasciano spesso spiazzati, basti pensare a La strana storia dell’isola Panorama. Ma anche La ragazza del Kyushu crea una serie di aspettative che vengono puntualmente deluse, fino al finale che rivela una vicenda intricata della quale il lettore fino a quel momento aveva avuto solo una vaga percezione. Le quattro casalinghe di Tokyo rientra anch’esso nella lista di noir con finali inaspettati, Nero su bianco invece ha un finale aperto e L’uomo che voleva uccidermi un finale doppio. Il noir classico della tradizione angloamericana ed europea vede l’arresto del colpevole e la sua punizione, ma questo nella letteratura giapponese succede di rado.

Kirino è stata spesso criticata perché nei suoi romanzi, in generale, tende a inserire troppi personaggi e fili narrativi, per cui la storia finisce per avere un andamento discontinuo. In realtà è una caratteristica del suo stile e allontana i suoi romanzi dai confini del genere del noir e della detective fiction. Utilizzare strategie narrative della detective fiction per parlare di altre tematiche: l’investigazione è importante nella serie di Murano Miro, ma è anche l’occasione per affrontare una serie di problematiche della realtà sociale.
Per sapere di più delle opinioni in merito al finale, dopo aver letto il romanzo, trovate l’incontro del nostro Book Club sul nostro canale YouTube NipPop Bologna!

Il consiglio dei lettori: Per la particolarità del finale, i nostri lettori consigliano la lettura dei romanzi di Higashino Keigo, per esempio Sotto il sole di mezzanotte, caratterizzato da continui cambi di rotta che tengono ancorati alle pagine, L’impeccabile, Il sospettato X e La seconda vita di Naoko.

Abbiamo scelto Kirino Natsuo come penultimo appuntamento del nostro percorso perché volevamo introdurre il discorso del noir e della detective fiction femminile, che rappresenta una novità, soprattutto nel Giappone fra gli anni ’90 e gli inizi del 2000. E Kirino Natsuo è sicuramente l’autrice che ha avuto maggiore successo all’estero e in particolare in Italia.

Il prossimo incontro: Utsubora 1 e 2 di Nakamura Asumiko
Per il prossimo appuntamento abbiamo dato spazio a un manga, quindi una diversa forma di narrazione. Sono due volumi, Utsubora 1 e Utsubora 2, di Nakamura Asumiko, pubblicati da Coconino Press. Il manga riprende molti temi trattati nel Book Club e a Paola Scrolavezza ha ricordato molto Nero su bianco, per la figura femminile misteriosa e la presenza dello scrittore. Per sapere quando sarà il prossimo incontro, seguite i nostri canali social, vi terremo aggiornati!

Il nuovo tema del Book Club
Il Book Club verrà riproposto anche per il prossimo anno, non appena sarà possibile tornare a frequentare la nostra libreria preferita: La confraternita dell’uva. Dopo aver dedicato il nostro primo Book Club al noir, per l’anno prossimo sceglieremo un nuovo tema. Tra quelli che avevamo individuato c’erano la letteratura femminile, i classici del Novecento e il viaggio. Sarebbe possibile anche concentrarsi sulla letteratura degli ultimi dieci anni, senza dare un filo tematico. A voi la scelta!

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