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Kemono Jihen – un anime piacevole e intrigante, fra mistero e oscurità

24 Febbraio 2022
Sara Ferruzzi

Adattamento dell’omonimo manga shōnen di Shō Aimoto, narra una storia densa di mistero, che vede la presenza di creature ed esseri soprannaturali, appartenenti alla tradizione folkloristica giapponese. Un anime caratterizzato dai tratti horror e cupi, smorzati da momenti di dolcezza e sprazzi di comicità.

Kemono Jihen (怪物事変) è l’adattamento dell’omonimo manga scritto e disegnato da Shō Aimoto, serializzato sulla rivista Jump Square di Shūeisha a partire dal 2 dicembre 2016. Dal manga è stata tratta la serie anime trasmessa in Giappone dal 10 gennaio al 28 marzo 2021: già pubblicata in Italia in simulcast su VVVID in versione sottotitolata, solo il 1° dicembre 2021 ha fatto la sua comparsa anche sulla piattaforma Netflix, in versione doppiata, realizzata da Dynit. È importante sottolineare che la versione doppiata non rispecchia la caratterizzazione di alcuni personaggi, il che contribuisce a creare un effetto fuorviante. Per esempio, la voce di Kabane, è alquanto matura e non rispecchia la sua giovane età, così che si perdono in parte l’ingenuità e la dolcezza che il personaggio mostra nei confronti dei suoi compagni. Altro passo falso è la voce di Akira, che risulta eccessivamente caricaturale, con il rischio di ridicolizzare un personaggio che nella versione originale giapponese ha invece nella voce un tocco quasi soave, che esprime appieno tutta la sua tenerezza.

La serie è animata dallo studio Ajia-do Animation Works , noto per gli adattamenti di Spirit of Wonder e Zettai Shōnen, ed è diretta da Masaya Fujimori, con Noboru Kimura alla sceneggiatura e Nozomi Tachibana al design. L’adattamento anime, confermato anche dallo stesso autore via Twitter, è stato annunciato all'evento Jump Festa '20 tenutosi il 21 dicembre 2019.

L’opera – come sottolineato dallo stesso titolo – si focalizza sui kemono, ossia esseri soprannaturali che devono vivere nascosti agli esseri umani per evitare possibili squilibri all’interno della società.
La storia prende il via in un remoto villaggio di campagna nei pressi della capitale, denominato “Villaggio dei Cervi”, dove gli animali iniziano a morire in modo misterioso, senza che gli abitanti riescano a darsi una spiegazione. Perciò, viene chiamato ad indagare sul caso un detective di Tōkyō specializzato in misteri dell’occulto, Inugami. Nei pochi giorni in cui il detective soggiorna nel villaggio per indagare, nota un giovane di nome Kabane, al quale ben presto si affeziona. Il ragazzo sembra vivere in un mondo tutto suo, e parla ben poco con gli altri abitanti del villaggio. Solo successivamente ne viene spiegato il motivo, e in parte anche la sua storia: è stato abbandonato dai genitori biologici e viene denigrato e umiliato dagli altri ragazzi perché si occupa dei lavori più umili e sporchi presso la fattoria della zia che lo ha cresciuto, tanto da essere soprannominato Dorotabo, come lo spirito dei campi. Ben presto, grazie a Inugami, Kabane scopre il suo misterioso passato di mostro ghoul: possiede una forza sovrumana e la capacità di rigenerarsi, abilità che saranno poi ampiamente mostrate e usate nel corso della storia. Riesce a controllare queste sue caratteristiche solo grazie ad una misteriosa pietra che porta al collo, denominata “calcolo vitale”, che gli hanno lasciato i suoi genitori.

 

 

Inugami decide di portare il ragazzo con sé nella grande metropoli, dove lavoreranno insieme presso l’agenzia Kemono. Infatti, anche il detective è uno yōkai – per la precisione un tanuki – che aiuta gli esseri umani a risolvere i casi legati all’occulto e ai demoni. Kabane si ritrova quindi impegnato nella risoluzione di casi connessi al mondo del sovrannaturale, commissionati da differenti committenti, insieme ai suoi compagni di squadra Akira, Shiki e Kon. All’interno dell’agenzia c’è anche un altro socio, un vampiro nerd di nome Mihai che vive isolato nel suo ufficio, braccio destro di Inugami e suo collaboratore in alcuni casi.

Oltre alla risoluzione dei casi, si ha un ulteriore sviluppo parallelo della trama: Kabane e Shiki cercano di trovare notizie dei loro genitori, mentre Akira del fratello gemello. Grazie al prezioso aiuto del detective, infatti, si scoprirà di più sul passato di Shiki e Akira, mentre quello del protagonista rimarrà ancora un mistero.

Da notare è il carattere sempre più cupo e macabro che acquista Kemono Jihen, come spesso accade nei manga e anime di questo genere, dove un inizio leggero lascia spazio a un'atmosfera diversa, quasi soffocante e ricca di dettagli horror. Però, a differenze di altre serie, questa presenta una particolarità, dato che non si tratta di un climax uniforme, ma di alcuni momenti che si susseguono, come la visione di corpi mutilati o feriti che creano un clima angosciante, a cui contribuisce anche il suono, con rumori raccapriccianti e voci distorte. A questa atmosfera horror sono alternati momenti di dolcezza e comicità, in particolare nella seconda metà degli episodi.

 

La narrazione appare abbastanza lineare, e la risoluzione dei vari casi si interseca con naturalezza con le storie passate dei vari protagonisti, anche se, a causa della brevità della serie (solo 12 episodi), il passato dei personaggi non viene approfondito adeguatamente, e rimane marginale rispetto allo sviluppo degli eventi nel presente della narrazione. Dato che l’edizione manga si compone di 13 volumi totali e la prima stagione copre solo i primi sei volumi, restano sicuramente contenuti per una nuova stagione, ma non si ha ancora la data ufficiale di uscita di una eventuale seconda stagione.

L’animazione è di fatto molto buona, con un'ottima fluidità e un focus importante sugli effetti visivi delle capacità dei ragazzi. Non manca però qualche piccola svista: alcune scene, come quelle in automobile, risultano un po’ macchinose, ricordando la tecnica rudimentale dei film in bianco e nero.

Punti di forza e motivo di fascino sono i vari riferimenti nel corso della storia alla mitologia giapponese, che l’autore riesce a inserire senza che risultino didascalici o noiosi. Nel corso della narrazione incontriamo creature come i ghoul, i tanuki, le kitsune o le yukionna, ma anche vampiri, ragni o insetti. Tutte queste creature devono camuffarsi tra gli esseri umani, nascondendosi tra di loro. È da apprezzare l’attenzione per la ricostruzione della storia di gran parte di questi esseri soprannaturali, anche attraverso vari escamotage a livello narrativo. Ad esempio, Akira appartiene al popolo delle yukionna (雪女, "donne delle nevi"), creature del ghiaccio, in grado di controllarlo, la cui leggenda viene narrata più volte, ma arricchendosi ogni volta di dettagli e segreti svelati.

 

Per chi ancora non conoscesse questi yōkai, vediamone alcuni insieme!

Oltre alle yukionna, incontriamo il tanuki (狸 o タヌキ), incarnato da Inugami, un cane procione in grado di compiere illusioni trasformandosi per ingannare gli esseri umani grazie all’uso della magia: è capace di mutare il suo aspetto, ma al contrario della kitsune, è ingenuo e distratto.

Kitsune ( 狐) è la volpe, figura molto popolare nel folklore giapponese, in quanto essere dotato di grande intelligenza e dell’abilità di cambiare aspetto per assumere sembianze umane, confondendo la vittima al punto di renderla incapace di distinguere la realtà. Più la volpe è saggia, vecchia e potente, maggiori sono le code che può avere, fino ad un massimo di nove. Le kitsune sono al servizio di Inari, kami shintoista della fertilità, dell’agricoltura e del riso, come messaggere. Anche all’interno della storia, in precedenza Kon e poi Nobimaru, entrambi kitsune, sono proprio al servizio di Inari, ispettrice di polizia.

 

Sono presenti anche i ghoul (屍鬼 ,クーラー) esseri immortali dalle sembianze umane che non sentono dolore e sono tipicamente raffigurati con gli occhi rossi. Per esempio, Kabane, dato che è figlio di un oni (鬼), creatura mitologica simile ai demoni e molto popolare nell’arte e nella letteratura giapponese, si trasforma in un mostro se viene privato della pietra che porta al collo e possiede l’abilità di auto-rigenerare il proprio corpo.

 

L’espediente narrativo che vede il ricorso a figure di demoni non è sicuramente nuovo nell’universo degli anime, basti pensare a titoli come Demon Slayer o Jujutsu Kaisen. Tuttavia, la vicenda del protagonisra non è la storia classica di un eroe che diventa sempre più forte, ma è anche un viaggio introspettivo, alla ricerca dei genitori e alla scoperta del mondo. È un ragazzo che all’apparenza sembra ingenuo e spontaneo, e grazie ai suoi nuovi amici impara tante cose nuove a lui sconosciute a causa della sua difficile infanzia: ad esempio assaggia per la prima volta la pizza, si interroga sul concetto di amore, ma nonostante l’ingenuità in alcune scelte particolari di vita o di morte mostra una grande maturità. Anche se questa maturità da parte di un ragazzino di 13 anni risulta insolita e manca di credibilità, tuttavia, non sminuisce il fascino che Kabane esercita sullo spettatore.

All’interno della storia sono trattati temi profondi, primo fra tutti l’importanza della famiglia, la cui ricerca accomuna i tre compagni.

 

Sono presenti anche il trauma dell’abbandono, dell’umiliazione e la mancanza dell’amore da parte della famiglia che si occupa del giovane protagonista, ma anche l’attrazione sentimentale, l’amore materno e la gelosia infantile.

In conclusione, Kemono Jihen, è un’opera piacevole, dai tratti horror ma mai eccessivamente cruenta, ricca anche di momenti teneri e divertenti, diretta ad un pubblico giovane. I protagonisti sono interessanti e ben delineati e, anche se a colpo d’occhio potrà non sembrare particolarmente originale, in realtà è intrigante e perfetta per chi ha un debole per il folklore giapponese.

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