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Per la prima volta nelle sale italiane il capolavoro del maestro Kurosawa Kiyoshi CURE in versione restaurata 4K e con doppiaggio italiano

17 Marzo 2025
NipPop Staff

 

 

Giovedì 3 aprile arriva nei cinema italiani Cure, il capolavoro del 1997 scritto e diretto dal regista giapponese Kurosawa Kiyoshi. A 28 anni dalla sua realizzazione, il film trova finalmente in Double Line la distribuzione in grado di porre rimedio a una delle più clamorose sviste mai compiute dalle sale italiane, che avevano ignorato sino ad ora quello che da parte di molta critica è ritenuto uno degli horror psicologici più influenti degli ultimi trent’anni, precursore del genere J-Horror a cavallo tra i due secoli.

Cure arriva nelle sale italiane in versione restaurata 4K e per la prima volta anche doppiato in una lingua diversa dal giapponese, con Vittorio Guerrieri a prestare la propria voce allo straordinario attore giapponese Yakusho Kōji (indimenticabile pluripremiato protagonista di Perfect Days di Wim Wenders).

Cure è il film più famoso di Kurosawa Kiyoshi, uno dei grandi nomi del cinema giapponese contemporaneo. È l’opera che lo ha portato all’attenzione dei cinefili e al plauso della critica e che lo ha imposto come maestro del cinema horror. È il suo film più misterioso e affascinante. Thriller soprannaturale, che tocca i temi del senso di colpa e dell’alienazione nella società moderna, Cure si inserisce idealmente nel filone dei “serial killer” di quel periodo, sulla scia degli statunitensi Seven e Il silenzio degli innocenti, ad essi accostabile per un’ambientazione post-industriale e un protagonista tormentato, nonché per l’importanza riservata ai dialoghi-confessione tra poliziotto e criminale.

Tokyo, febbraio 1997. La città è colpita da una serie di efferati omicidi, le cui vittime riportano profonde ferite a forma di X all’altezza del collo. I delitti sono compiuti da persone comuni che non riescono a dare una spiegazione alle proprie azioni. Sul caso indaga Takabe, un detective integerrimo ma tormentato dalla malattia mentale di cui soffre la moglie. Con l’aiuto dello psichiatra Sakuma, Takabe riesce a risalire ad un giovane di nome Mamiya che da qualche tempo si aggira nella capitale, apparentemente senza memoria. Il detective sospetta che sia stato proprio lui a muovere la mano degli assassini, ricorrendo a oscuri poteri di ipnosi e magnetismo.

Kurosawa Kiyoshi, forte di una carriera ormai quarantennale, è stato una presenza costante nei maggiori festival internazionali. Ha affiancato la sua prolifica attività di regista e sceneggiatore con quella di critico cinematografico e docente di cinema. Uno dei tratti distintivi della sua filmografia, che emerge con tutta evidenza in Cure, è la sua capacità di esplorare temi complessi come la solitudine, la follia e la fragilità delle relazioni umane, il tutto filtrato attraverso uno stile assolutamente personale e poco conciliante con il gusto mainstream, come con chiarezza dice lo stesso Kurosawa: “Quando giro un film, per me il genere rappresenta «la distanza che posso prendere da un film di Hollywood». I film che faccio io sono sempre, e non potrebbe essere altrimenti, film giapponesi. Quindi li giro come film giapponesi”. 

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