Ueda Shin’ichirō, regista ormai di culto dopo il successo One Cut of the Dead, torna al Far East Film Festival di Udine con un heist movie dagli intenti sicuramente più commerciali ma che ricalca fedelmente i topos del suo stile, confermando le innate qualità di questo giovane cineasta.
Reggere il peso delle aspettative nel cinema non è una cosa facile, e chiaramente su Ueda ce ne sono diverse dopo che il suo gioiellino di commedia horror a base di zombie ha conquistato il mondo intero, investendo anche le sue produzioni successive come Popuran (2022). Tuttavia, con Angry Squad il regista ha deciso di firmare un lungometraggio più “sicuro” e di richiamo popolare.
Il titolo originale comprende anche il sottotitolo Koumuin to 7 Nin no Sagishi, tradotto in inglese come The Civil Servant and the Seven Swindlers – un chiaro richiamo a pellicole tipiche del sottogenere poliziesco heist movie, dove una squadra di criminali dalle svariate abilità viene assemblata per compiere una truffa miliardaria – ma il twist della pellicola risale nella natura “etica” del colpo. Il mite ma rigoroso funzionario statale Kumazawa (interpretato da Uchino Seiyo) rimane invischiato in una truffa da parte dell’affascinante Himuro (Okada Masaki). Quando è sul punto di denunciarlo, il giovane gli propone un accordo: realizzare un colpo ancora più grande, questa volta ai danni dell’impresario edilizio e noto evasore fiscale Tachibana (Yukiyoshi Ozawa), con cui Kumazawa ha un rapporto burrascoso.
Ueda porta in scena una storia non originale – si tratta infatti di adattamento del K-drama Squad 38 – che però ha diversi punti di contatto con la sua cifra stilistica. Al centro delle sue storie, infatti, troviamo sempre uomini piegati dal sistema, spesso tipici padri di famiglia giapponesi alienati dal proprio lavoro, come nel caso di Kumazawa – o anche del mite regista protagonista di One Cut of the Dead. Dipinto come uno statale goffo e imbranato, nel suo incontro con la squadra Kumazawa non solo trova una sua personale redenzione ma anche un modo per riaffermarsi come individuo. L’aspetto più interessante del film è infatti il rapporto del protagonista con Himuro: se all’inizio quest’ultimo viene dipinto come un criminale dai modi affascinanti, attraverso le interazioni con Kumazawa emerge una contrapposizione ideologica che svela a noi spettatori le sfumature nascoste del sistema giapponese, dove vige quasi sempre un chiaroscuro netto.
Nonostante questa dinamica, la sceneggiatura valorizza poco il resto del nutrito cast, e in particolare la squadra già menzionata nel titolo. Nonostante sia composta da personaggi divertenti da seguire, la sceneggiatura li mantiene sempre alla stregua di macchiette, senza approfondire quelle che potrebbero essere relazioni interessanti tra i diversi membri. Lo squilibrio si nota anche se messo in contrapposizione con il mondo lavorativo di Kumazawa, l’altro scenario della storia che assume toni più da dorama giapponese, dove i personaggi del suo quotidiano appaiono decisamente più tridimensionali e unici, come la giovane collega idealista o il capoufficio corrotto da Tachibana.
La scelta di un genere così codificato come l’heist movie, fatto di specifiche riprese, montaggi e sequenze è sicuramente poi un punto a favore per Ueda, che gli permette di giocare con questi stilemi e adattarli a un contesto atipico dal quale estrae un intreccio energetico e che non annoia mai lo spettatore. In puro stile Ueda, sono infatti diverse le trovate al limite della sospensione dell’incredulità, specie quando intere sequenze si rivelano essere elaborati piani della squadra con un alto fattore di improbabilità, ma dopotutto anch’essi contribuiscono all’ottimo mix di intrattenimento e commento sociale sulla società giapponese della pellicola, che per fortuna non stona mai.
L’enfant prodige di One Cut of the Dead probabilmente non riuscirà mai a catturare nuovamente quella scintilla che ha fatto esplodere la sua carriera, ma non si può negare che sia un regista capace di mescolare in modo efficace e intelligente le carte che la produzione gli propone, e questo Angry Squad è una pellicola pop che svolge egregiamente il suo lavoro fino in fondo.