Sbarcati in Italia solo pochi anni fa, questi fagioli verdi di soia si sono già accaparrati l’attenzione degli amanti della cucina asiatica per il loro delicato sapore e per le loro proprietà nutrizionali. Ricchissimi di proteine (circa 11g su 100) e di vitamina C ed E, sono un ottimo snack per le più disparate occasioni.
Considerata fino a un decennio fa come una festa da gaijin, da stranieri, da alcuni anni Halloween ha preso piede anche in suolo nipponico.
Gribaudo ha dato alle stampe all’inizio dell’estate un delizioso libretto a cura di Stefania Viti, L'arte del sushi. Un viaggio gastroculturale alla scoperta del piatto simbolo della cucina giapponese e del suo mondo. Il titolo non poteva essere più esaustivo nel descriverne i contenuti: si tratta infatti di un'antologia di brevi saggi sul fenomeno sushi, giacché di fenomeno globale si può parlare, nonostante i differenti significati che il boccone di riso e il petalo di mare acquisiscono alle diverse latitudini.
Era il 20 marzo del 1995 quando accadde. Era mattina e tirava un'arietta frizzante, ma c'erano già tutte le avvisaglie della primavera imminente. E alcuni adepti della setta di Shoko Asahara, l'Aum Shinrikyō, presero i treni più affollati dell'ora di punta. Fecero scivolare a terra dei sacchetti coperti da fogli di giornale e poi li bucarono con le punte degli ombrelli, preventivamente affilate.
In un mondo globalizzato in cui spesso è facile rincorrere i fantasmi di un passato nazionalista fatto di purezza e tradizioni dismesse a cui ci si aggrappa per sfuggire alla complessità del presente, non è sempre facile vedere la bellezza dell’Altro, tantomeno lasciarsi contaminare da essa.
Abbiamo già parlato di Patrick Galbraith e del suo Moe Manifesto e di come per moe si intenda l'attrazione per i personaggi di videogiochi, anime o manga. Un bella intervista rilasciata dall’autore a Otaku USA Magazine ci permette di approfondire il discorso. A partire dal titolo del libro: perché Moe Manifesto?
La suggestione per questo articolo è nata da una collaborazione con il Museo delle Culture di Lugano in occasione della mostra L'art de l'amour au temps des geishas, inaugurata il 5 novembre alla Pinacothèque de Paris. Una versione più estesa è stata pubblicata all’interno del catalogo della mostra.
Il Natale in Giappone è tutt’altro che “casalingo”: dalle raffinate opere di cake design al più semplice pollo fritto firmato KFC, il consumismo natalizio sulle tavole giapponesi è ancora più accentuato.
Ah, le mutande, dolce strazio della vita quotidiana. La mattina appena svegli, oppure dopo una doccia: il rito dell'apertura dell'armadio e della ricerca nel cassetto della biancheria intima, scrutando al suo interno come fosse un portale interdimensionale che ci materializza in un'altra galassia – quella delle tinte probabili e improbabili, vivaci e sbiadite, quella dell'elastico a banda larga o del filo intergluteo, quella dei merletti realizzati con il tombolo o delle fantasie inguardabili che provocano un capi-tombolo. Sì, non ci si può esimere da quel momento della giornata... a meno che non siate nel settore della cinematografia a luci rosse, nel qual caso, per essere sicuri che le mutande non lascino il segno, bisogna evitare di indossarle per svariate ore prima di qualunque ciak... così mi è stato riferito, ovviamente!
Mitsuyo Kakuta è l'autrice di numerosi romanzi, tra cui Taigan no kanojo (La donna sull'altra sponda), vincitore del prestigioso premio Naoki nel 2005. Debutta nel 1990 con il romanzo Kofukuna yugi (Un allegro passatempo), vincitore del premio Kaen, e molti dei suoi lavori sono diventati pellicole cinematografiche di successo. Attualmente vive con il suo gatto Toto, regalatole dalla mangaka Rieko Naibara. Soffrendo di problemi di cuore, il piccolo Toto richiede tutte le sue attenzioni e per questo motivo il modo dell'autrice di relazionarsi ai gatti è cambiato radicalmente.