Dal sito Nintendo:
Nessun regno. Nessun ricordo. Dopo un sonno durato 100 anni, Link si sveglia da solo in un mondo che non ricorda più. Adesso, l’eroe leggendario deve esplorare terre vaste e pericolose per ritrovare la memoria prima che Hyrule si perda sempre. Armato solo di ciò che riesce a trovare, Link parte alla ricerca delle risposte e delle risorse di cui avrà bisogno per sopravvivere.
Dopo ripetuti rinvii e un’attesa durata anni, il tre marzo, in concomitanza con l’uscita di Nintendo Switch, The legend of Zelda: Breath of the wild è approdato sugli scaffali dei negozi di tutto il mondo. I possessori di Wii U e dell’ultima console Nintendo hanno potuto finalmente mettere le mani su un titolo che rimarrà sicuramente nella storia dei videogames. Esaltata dalla critica e killer application per Switch, l’ultima avventura dell’eroe Link ha accontentato non solo i fan storici ma anche i neofiti della serie.
Breath of the wild è un titolo che incarna la forte volontà dell’azienda videoludica di Kyōto di cambiare rotta e rinnovarsi dopo tanti anni di stasi creativa. Per la prima volta un capitolo di The legend of Zelda è ambientato in un immenso open world, un mondo vivo e realistico che non può non abbagliare qualsiasi giocatore. L’ambientazione è, infatti, la vera protagonista di questo titolo. L’eroe dovrà agire in relazione alle condizioni climatiche e alla morfologia del territorio che intende esplorare: in caso di temporali sarà pericoloso muoversi con armi o scudi di metallo poiché un fulmine potrebbe improvvisamente colpirci e causarci seri danni o ucciderci istantaneamente; se si intende visitare un luogo molto caldo o molto freddo, per evitare di morire, il giocatore dovrà premunirsi di pozioni o equipaggiamenti adatti ai diversi climi.
Per sopravvivere Link dovrà anche cacciare e raccogliere frutta, vegetali e componenti mostruose. Una volta accumulati i più diversi ingredienti si potranno cucinare per creare gustosi manicaretti o magiche pozioni. Inserendo nelle ricette prodotti specifici, il piatto provocherà determinate conseguenze: per esempio aggiungendo dei peperoncini si otterrà la resistenza al freddo per un certo periodo di tempo.
Per sopravvivere, all’eroe serviranno ovviamente armi, scudi e diversi tipi di abiti. All’inizio del gioco infatti si hanno a disposizione solamente dei miseri abiti logori, e null’altro. Starà al giocatore trovare l’equipaggiamento rubando i tesori ai nemici sconfitti o esplorando i sacrari, misteriose strutture ancestrali dove si celano enigmi o prove di forza. Non ci si potrà però rilassare troppo dopo aver scovato un’arma forte e uno scudo solido. Qualsiasi spada, lancia, scudo o arco si usurerà con l’utilizzo, fino a distruggersi. Questa scelta potrebbe far storcere il naso a molti ma a mio parere rende molto più variegato e divertente il gameplay. Provare nuovi stili di combattimento e sfruttare al meglio le proprie risorse sono il fulcro del combattimento di quest’ultimo Zelda. La chiave per affrontare le diverse tipologie di nemici, la cui intelligenza artificiale è molto ben costruita, è imparare a utilizzare la vasta gamma di strumenti che il gioco fornisce.
Per esplorare un mondo così vasto Link ha a disposizione diverse abilità. Prima fra tutte è la possibilità di scalare qualsiasi parete presente nella mappa. Non si dovrà più seguire un percorso predefinito per arrivare a una meta. Il giocatore deciderà se attraversare un bosco o abbreviare il cammino scalando una montagna. Per velocizzare gli spostamenti, oltre a cavalcare cavalli, cervi o altri animali, l’eroe potrà planare con una paravela o scivolare lungo i pendii con uno scudo utilizzato a mo’ di snowboard. Infine se ci si vuole dirigere il più velocemente possibile verso un determinato luogo, il teletrasporto è l’opzione più efficace.
L’eroe ha inoltre a disposizione dei poteri speciali per risolvere enigmi e facilitare la sopravvivenza in questo territorio impervio. Una di queste abilità, il Kalamitron, permette di spostare a proprio piacimento qualsiasi oggetto di metallo. In questo modo il giocatore acquisisce la capacità di attivare ingranaggi e sollevare oggetti altrimenti troppo pesanti o irraggiungibili.
Quello che ha reso però Breath of the wild un titolo tanto acclamato dalla critica è la presenza di una fisica di gioco realistica. Il concetto alla base è: quello che pensi puoi farlo. I problemi così come gli enigmi possono essere superati con infinite strategie diverse. La chiave della risoluzione sta nella fantasia del giocatore, unita alla sua capacità di sfruttare al meglio le risorse in suo possesso. Più si esplorerà più si faranno esperienze che porteranno il giocatore a crescere e ad affinare la propria intelligenza. Grazie a auto-salvataggi frequenti non si avrà paura di osare o affrontare un nemico in maniera diversa. In caso di game over la partita riprenderà poco prima della morte di Link, evitando così di creare frustrazione o nervosismo.
Oltre a stallaggi e accampamenti, sparsi per il territorio di Hyrule, sono presenti diversi centri abitati ognuno con la propria identità. Esplorando i vari territori s’incontreranno popolazioni appartenenti a diverse etnie, che vivono in simbiosi con la natura. La tribù alata dei Rito - per esempio - si è insediata su una rupe circondata da precipizi e montagne: la capacità di volare in questo caso è essenziale per vivere in quell’ambiente.
La narrazione è libera e lasciata al giocatore. Se non interessa scoprire gli eventi accaduti cento anni prima a Hyrule, il gioco dà la possibilità di affrontare fin dalle prime ore di gioco il boss finale e arrivare così ai titoli di coda. Sta al giocatore riscoprire, esplorando il mondo di gioco, la verità sul regno e sulla sua principessa .
Se affrontata nella sua interezza, la trama trasmette ai giocatori molteplici emozioni. Al tempo stesso la storia narrata non brilla per originalità e Nintendo avrebbe sicuramente potuto fare qualcosa di più. Il mio giudizio però potrebbe mutare poiché il prossimo inverno sarà rilasciata, tramite un DLC a pagamento, una nuova storia con delle componenti aggiuntive che potrebbero arricchire l’esperienza complessiva. Il primo pacchetto di contenuti, Le prove leggendarie, è già disponibile all’acquisto tramite download digitale.
Quello che non delude è la caratterizzazione della principessa Zelda. Nei precedenti titoli possedeva un’aura regale, eterea, tipica di una donna irraggiungibile. Una presenza perfetta e lontana, una sorta di Beatrice dantesca. In Wind Waker invece troviamo una principessa piratessa che certamente spezza la tradizione, ma presenta caratteri molto positivi. È forte, coraggiosa e all’altezza di ogni situazione.
La principessa di Breath of the wild è, al contrario, una ragazza come tante, con le sue debolezze e le sue incertezze. Non riuscendo ad adempiere i propri compiti si sente perennemente inadeguata e inutile. Un’eroina debole ma al tempo stesso forte poiché possiede la forza più grande: la speranza. È quindi impossibile non innamorarsi di questa ragazza dalla fronte ampia e dalle folte sopracciglia.
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, nella versione del day one si riscontravano frequentemente delle lag, contro i nemici alti o quando si affrontavano molti nemici contemporaneamente. Fortunatamente hanno corretto queste spiacevoli situazioni con una patch e ora non si verificano quasi più.
La grafica di The legend of Zelda: Breath of the wild non è foto-realistica come quella del recente Horizon: zero dawn, ma riesce comunque a sorprendere e a emozionare. I curati effetti di luce uniti a una grafica ispirata creano un’alchimia perfetta in linea con lo spirito Nintendo che da sempre punta a uno stile più artistico che realistico.
Il comparto sonoro è di alto livello e riesce a colpire nel profondo inducendo il giocatore a riascoltare le tracce più memorabili. Durante l’esplorazione delle lande di Hyrule la musica non è però molto presente: vi accompagneranno degli accordi di pianoforte molto marcati in presenza di nemici, quasi inesistenti nelle ore notturne.
Breath of the wild è anche il primo Zelda che presenta dialoghi doppiati. Fino a ora Nintendo aveva preferito non dare voce ai protagonisti della saga, lasciando il compito all’immaginazione dei videogiocatori. Solamente Link continua a non essere doppiato, probabilmente per facilitare l’identificazione da parte del giocatore nell’eroe. Il doppiaggio italiano è di ottima fattura e vi farà presto dimenticare la delusione di non potere cambiare la lingua lasciando i testi in italiano. Per i puristi e i curiosi, però, modificando la lingua della console nelle impostazioni di sistema si ha la possibilità di giocare il titolo in qualsiasi lingua si desideri.
Il gioco è adatto a tutti i tipi di giocatori; dai bambini ai veterani del videogame. Si può abbassare la difficoltà sfruttando appieno i poteri acquisiti durante l’avventura o aumentarla rinunciando alle armi forti e alle tecniche speciali. Il giocatore così facendo gestisce autonomamente il livello di sfida in qualsiasi sezione del titolo.
Anche se Breath of the wild vi terrà impegnati per molte ore, Nintendo ha voluto offrire ulteriori contenuti che arricchiscono l’esperienza di gioco. Dal tre marzo sono disponibili per l’acquisto i primi cinque Amiibo, statuette Nintendo compatibili con le ultime console, dedicate a Breath of the wild. Offrono contenuti esclusivi anche i modelli della saga di Zelda usciti in precedenza. Lo stesso tre marzo è stata messa in commercio un’edizione limitata del titolo contenente, nella versione italiana, il gioco, una figure della Spada Suprema e un cd con una serie di brani tratti dalla colonna sonora.