Gli onabe, protagonisti del film-documentario Shinjuku Boys (1995) di Kim Longinotto e Jano Williams, sono ragazzi nati in un corpo biologicamente femminile che trascorrono la propria vita nei panni di un uomo e lavorano in un’industria dell’intrattenimento rivolta a una clientela prevalentemente composta da donne.
Definire la cucina giapponese un’arte non è un azzardo. Se qualcuno avesse dei dubbi, questi sparirebbero del tutto con un piccolo assaggio delle dolci prelibatezze tradizionali della terra del Sol Levante. Colorati e dalle forme più aggraziate, i dolci giapponesi, i wagashi (和菓子), stuzzicano il palato dei golosi di tutte le età e sono una goduria per gli occhi degli appassionati di pasticceria o di chi non vede semplicemente l’ora di provare qualcosa di diverso.
La cucina italiana è una tra le più apprezzate al mondo e il Giappone non fa eccezione: solamente a Tōkyō esistono centinaia di ristoranti di cucina italiana o ispirati a essa. Che si tratti di alta cucina o di una semplice pizza, il consumo del cibo italiano sembra non conoscere crisi.
Il 5 maggio, l’ultimo giorno della Golden Week, si festeggia in Giappone il “giorno dei bambini” o kodomo no hi (こどもの日). Festività nazionale dal 1948, questa giornata viene dedicata alla celebrazione dell’indole dei bambini e a festeggiare la loro felicità.
In principio era il furoshiki, il tradizionale foulard giapponese. Più o meno prezioso nel tessuto o nelle decorazioni, era utilizzato per avvolgere oggetti e scatole. Il suo uso risale all’epoca Nara (710-784 d.C.), quando era destinato a proteggere oggetti di valore appartenenti ai membri della famiglia imperiale.
Il dorayaki (どら焼き) è un dolce della tradizione giapponese. Probabilmente tutti lo riconosceranno grazie al famosissimo anime Doraemon dove il “gatto spaziale” blu e bianco era noto per esserne ghiotto. In Giappone questi dolci sono diffusissimi e venduti in ogni angolo.
Quali sono gli utensili che hanno reso la preparazione della cucina giapponese uno dei patrimoni immateriali dell’umanità dell’UNESCO nel 2013? Sebbene la coltelleria giapponese abbia una lunga e nota tradizione, la storia di altri strumenti della gastronomia del Sol Levante non è ancora altrettanto diffusa.
Il senso comune attribuisce alla cucina giapponese qualità quali la leggerezza e l’utilizzo intensivo di verdure. Per i vegetariani e i vegani che intendono fare un viaggio nel Sol Levante però le cose non sono però così facili come sembrano. Ecco i motivi e alcuni consigli per trovare locali e pietanze adatti a voi!
Nell’immaginario collettivo sono molti gli esempi di piatti unici provenienti dal Giappone. L’unione fra ingredienti di primissima scelta e maestria nel trattamento del cibo, crea un prodotto altrimenti inimitabile.