Ottobre Giapponese a Ravenna

28 settembre - 29 ottobre 2013

Ravenna - Faenza - Solarolo

“Una vecchia pubblicità diceva che nel cielo ci sono milioni di stelle, ma in realtà, ad occhio nudo, se ne possono vedere circa tremila. I giapponesi, già mille anni fa, le conoscevano tutte.”
Con questa singolare affermazione Agostino Galeati introduce “Il cielo dei samurai – costellazioni e mitologia in Giappone”, ultimo degli appuntamenti del ciclo di incontri dell’Ottobre Giapponese, giunto oramai alla sua undicesima edizione.

L’Ottobre Giapponese è una manifestazione, organizzata dall’A.S.C.I.G. (associazione per gli scambi culturali fra Italia e Giappone), che nasce e si sviluppa nella provincia ravennate con il fine di promuovere la storia, la cultura e la società giapponese in territorio romagnolo. Esperti in materia, appassionati e semplici curiosi hanno così modo di immergersi negli scenari più noti e divertenti dell’eclettico paese del sol levante, avvicinando e mettendo a confronto, per un solo mese all’anno, due realtà diverse e distanti.

Ed è proprio il paragone a porsi, senza dubbio, come linea rossa di questo viaggio multiculturale, che, al di là del tempo e dello spazio, recupera stereotipi, luoghi comuni e piccoli aneddoti, sfruttandoli come chiave di lettura, semplice e alla portata di tutti.

Il cielo stellato, ad esempio, diventa una realtà ideale in cui collocare punti di vista differenti, analizzando, sotto la volta celeste artificiale del planetario di Ravenna, l’origine di credi e di leggende europee e asiatiche.

Come in un gioco, scopriamo che la costellazione dell’Orsa Maggiore, le cui stelle più luminose costituiscono il celebre Carro Maggiore, in Giappone assume il nome di Hokuto (letteralmente ‘stelle del nord’), che alle orecchie di molti non può altro che riportare alla memoria Hokuto No Ken, il titolo originale del manga Ken il Guerriero, il cui protagonista, non a caso, mostra sette cicatrici sul corpo, allineate nella forma del Grande Carro.

Approfondendo ulteriormente il curioso rapporto tra stelle, nomi e celebri manga (nel caso di Saint Seiya, meglio conosciuto in Italia come I cavalieri dello zodiaco, i riferimenti alla mitologia cosmologica giapponese si pongono probabilmente come la base di tutti i nomi dei personaggi) anche la storia e la letteratura classica diventano un’altra ottima chiave di lettura: probabilmente non molti sanno che, all’origine della nascita della bandiera giapponese, si sospetti faccia la sua comparsa lo Heike Monogatari, classico intramontabile che racconta la battaglia tra i clan Heike e Genji, nomi che, oltre ad essere strettamente familiari a chiunque si interessi di storia del Giappone, trovano una loro collocazione in quella che è la costellazione celeste più importante nell’antica mitologia nipponica, la Cintura di Orione. Le due stelle principali, Rigel e Betelgeuse, che in Giappone sono conosciute con il nome di Genji-boshi e Heike-boshi, sono caratterizzate da una tipica colorazione, una bianca e l’altra rossa, e, secondo l’opinione di numerosi esperti, avrebbero poi dato origine alla sovrapposizione tra il cerchio rosso e lo sfondo bianco, la più celebre e comune raffigurazione del Nisshōki, nome ufficiale della bandiera giapponese.

La mitologia, in ogni caso, non ricopre il ruolo esclusivo di protagonista nei numerosi appuntamenti dell’Ottobre Giapponese, che offrono spunti di riflessione anche a partire da argomenti più comuni e quotidiani, quali il cinema o lo spot pubblicitario.

La reclame, e nello specifico la differenza tra gli spot italiani e giapponesi, diventa un argomento magistralmente trattato da Marco Del Bene e Deborah Brandini, durante l’incontro saggiamente intitolato “Mangia! Bevi! Compra!”.

Se in Italia non si perde occasione per sottolineare il ruolo della famiglia, sempre unita e affiatata, anche nel semplice gesto di bere una birra o un caffè, gli stessi prodotti vengono rappresentati in Giappone come simboli di una pace solitaria o di un piccolo momento per se stessi, sempre più difficili da ottenere nella caotica quotidianità della metropoli.

Altro tema abilmente trattato, ludico ma allo stesso tempo sottilmente inquietante, è il ruolo dello straniero negli spot, malvagiamente incaricato di trascinarsi appresso tutti gli stereotipi del paese di provenienza. Viene quindi riesumata direttamente dagli anni novanta Kaori, la giovane giapponese, sempre in forma, presente negli spot italiani del Philadelphia, capace di tornare alla memoria dei presenti in una manciata di secondi, nonostante sia passato più di un decennio dalla sua ultima comparsa, a testimoniare quanto lo stereotipo resti intrappolato nella memoria dello spettatore, rapito in una sorta di epifania proustiana. Il sol levante, d’altra parte, non può fare a meno di collocare la nuova automobile della Fiat in un’inesistente costiera amalfitana giapponese, dove il sole è sempre alto, gli uomini sono romantici e il delicato suono del mandolino non cessa mai di accompagnare ogni piccolo e insignificante gesto quotidiano. Ad accumunare ulteriormente l’Italia e il Giappone nel piccolo schermo ci pensano i tarento, dall’inglese talent, ovvero volti noti che diventano testimonial di numerosi spot, ma che poi, a conti fatti, sono personaggi il cui ruolo non trova nessuna giustificazione in nessun ambito artistico. Tra i tanti, credo sia doveroso citare Girolamo Panzetta, spesso definito come l’italiano più conosciuto in Giappone, il cui ruolo, certamente di successo, rimane tuttavia un mistero, sia in patria che all’estero.

Ben più toccante è il momento della proiezione cinematografica di Kyatapirā, ‘Caterpillar’, penultima fatica del regista Kōji Wakamatsu, tragicamente scomparso nel 2012.

Il film, ultima proiezione della rassegna cinematografica organizzata dalla manifestazione, è tratto da un racconto di Edogawa Ranpo ed è collocato in un desolante Giappone devastato dalla guerra, nel quale la protagonista, nello sforzo di mantenersi fedele al sacrosanto ruolo di “brava moglie, saggia madre”, è obbligata a fornire cure all’egoista e violento marito, reduce dalla campagna in Cina senza braccia e senza gambe. La tensione e le sofferenze della guerra si muovono in un crescendo di rabbia e impotenza, che trovano fine solamente nel fatidico 6 agosto 1945, giorno della catastrofe nucleare di Hiroshima. Per gli interessati, è recentemente uscito in commercio un cofanetto contenente il dvd di alcuni film del rimpianto regista, integrato con contenuti extra, di cui si è occupato, ancora una volta, Marco del Bene

Mostre di ceramiche giapponesi, cerimonie del tè e invitanti cenette in stile orientale costituiscono poi il perfetto contorno ai numerosi eventi dell’Ottobre Giapponese. Il successo che questa manifestazione, di anno in anno, continua ad ottenere impreziosisce maggiormente il gradevole ruolo che questa ricopre, quello di portare con sé, il decimo mese di ogni anno, un po’ di Giappone all’ombra dei grandi mosaici dell’eredità bizantina.

Per informazioni, consultare il sito web ufficiale dell’associazione:

http://www.ascig.it/

dal nostro inviato Michael Iadonisi
 
 
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