Una casa sopra le nubi, accanto al cielo

Banana Yoshimoto, Andromeda Heights, (traduzione di Gala Maria Follaco), Milano, Feltrinelli, 2014.

Shizukuishi conduce un'esistenza semplice: vive in un piccolo ma confortevole abituro di montagna con la nonna, che di professione fa la guaritrice, e la aiuta a preparare diversi tipi di tè alle erbe medicinali dalle speciali proprietà curative. Le sue giornate sono scandite da un ritmo quasi monastico: sveglia all'alba, ricerca di piante e radici per la preparazione degli infusi, assistenza alla nonna nel consulto con i clienti… Una vita senza pretese, serena e felice, dedicata interamente ad aiutare il prossimo: un'esistenza tutto sommato quasi perfetta; finché un giorno la nonna non annuncia la sua imminente partenza per Malta, per ricongiungersi ad un amore conosciuto e cresciuto via Internet.
Shizukuishi dovrà da quel momento cavarsela da sola: abbandonato il conforto del piccolo rifugio fra i monti, si trasferisce nella grande metropoli alla ricerca di un lavoro. Qua conosce Kaede, un sensitivo bellissimo ma quasi completamente cieco, del quale diventa assistente e con cui intreccia a mano a mano un sincero legame di stima e amicizia.
Sullo sfondo, il comune amore per il prossimo, il desiderio di superare il senso di solitudine innato in ogni essere umano attraverso la costruzione di fragili ma nello stesso tempo intensi legami con persone speciali, e l'amore platonico della protagonista con il giovane Shin'ichirō, che con lei condivide la grande passione per la natura, soprattutto per le piante grasse.


Primo romanzo di una quadrilogia che ha ottenuto grandissimo successo in Giappone denominata Il Regno, Andromeda Heights è uscito originariamente in patria nel 2001 e trae il titolo da una canzone dei Prefab Sprout inserita nell'album omonimo.

 

 

Anche questa volta la Yoshimoto non delude le aspettative dei suoi lettori più affezionati, mettendo in scena una storia nella quale al centro è il senso di solitudine che caratterizza l'essere umano contemporaneo e la possibilità di superarlo attraverso l'incontro, a volte casuale, con persone speciali, che alla fine si rivelano essere quelle giuste per noi.

Tutta la storia è raccontata in retrospettiva: il romanzo è costituito da una grande analessi che comincia nei giorni felici assieme alla nonna e ripercorre tutti i passi dolorosi, ma necessari, che hanno portato la protagonista alla riconquista di un po’ di serenità. Infatti l'uso del passato corrisponde ad una precisa strategia stilistica: è come se l'autrice ci volesse invitare, raccontando la storia di Shizukuishi, a non abbandonare le speranze poiché il dolore è una tappa necessaria della vita, ma che si supera in fretta per lasciare sempre il posto alla morbida serenità di un'esistenza protetta da persone che, in modi spesso diversi e originali, ci amano.


[Foto © Sawa Fumiya]

Come in Kitchen – romanzo d'esordio della Yoshimoto e vero e proprio caso editoriale a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta – centrale rimane per tutta la narrazione la figura della nonna, questa volta non defunta ma soltanto lontana, seppure in contatto quotidiano attraverso l'e-mail. Un'assenza che permea il racconto e che in un certo senso simboleggia la solitudine che ognuno di noi prova di fronte alla vita, la paura e il senso di perdita e di smarrimento delle persone care, tematica questa molto cara alla Yoshimoto e forse anche di più ai suoi lettori.
In scena nel corso della narrazione è ancora una volta un modello familiare molto diverso dalla norma: Shizukuishi non ha mai conosciuto i suoi genitori (né in effetti le importa molto, come dichiara nelle prime pagine del romanzo), e trascorre – possiamo forse pensare ad una suggestione della Mikage di Kitchen? – la sua infanzia e adolescenza con la nonna, alla quale è molto legata. Una volta che questa si è allontanata, trova in Kaede e nel suo più maturo amante e impresario Kataoka una sorta di seconda famiglia che la fa sentire protetta e con la quale finirà per instaurare un legame di profondo affetto.

E, non da ultima, la sua “strana” relazione affettiva con Shin'ichirō, che procede tra piccoli momenti trascorsi assieme immaginando di costruire una casa invisibile in un luogo inventato (forse proprio quella di cui parla la canzone che dà il titolo al romanzo?) e lunghe passeggiate in mezzo ai cactus del giardino botanico.

Andromeda Heights racconta la storia di una ragazza semplice, alle prese con i problemi di tutti noi: Shizukuishi è una protagonista nella quale tanti possono identificarsi. Ma non omette di ricordare con tenacia ai suoi lettori durante tutto il corso della narrazione che la vita può avere momenti di indicibile bellezza, grazie a un pizzico di magia nascosta negli attimi più impensati della nostra esistenza.

 

 

Per saperne di più:

www.yoshimotobanana.com
www.feltrinellieditore.it/autori/autore/yoshimoto-banana
www.feltrinellieditore.it/andromeda-heights
www.feltrinellieditore.it/andromeda-heights/la-quadrilogia-de-il-regno












 

 

 
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