NipPop Book Club: La ragazza del Kyūshū


Mercoledì 11 dicembre il noir giapponese è tornato ad allietare le nostre serate, e questa volta ad accendere le discussioni durante l’incontro del NipPop Book Club è stato il romanzo La ragazza del Kyūshū, dalla penna di Matsumoto Seichō.  

Tra chiacchiere e risate
Come ogni mese presso La confraternita dell’Uva si è tenuta la nostra serata all’insegna del confronto amichevole e della buona letteratura. Giunti al terzo appuntamento il NipPop Book Club sembra ormai ben collaudato e l’atmosfera creatasi tra i nostri partecipanti è stata estremamente piacevole e rilassata. L’immancabile Paola Scrolavezza, curatrice di NipPop e docente di letteratura giapponese dell’università di Bologna, ha intavolato una serie di vivaci discussioni con gli ospiti e interessanti riflessioni sono scaturite dalla lettura del romanzo La ragazza del Kyūshū di Matsumoto Seichō, opera recentemente pubblicata in Italia da Adelphi nella traduzione di Gala Maria Follaco.

Un autore impegnato
Considerato uno degli indiscussi maestri del noir giapponese, Matsumoto Seichō ha segnato la rinascita della detective fiction in Giappone dopo fine della Seconda guerra mondiale, periodo durante il quale i romanzi polizieschi di origine anglo-americana erano stati banditi e si era creato un distacco volontario dal genere da parte degli scrittori nipponici. Grazie all’uso che Matsumoto fa dei dettagli del quotidiano - che nelle sue storie diventano la chiave per la risoluzione dei casi - e all’attenzione data ai problemi sociali, lo scrittore crea una sua personale narrativa di investigazione in grado di riflettere in modo autentico le paure e le fantasie della società del dopoguerra.
È stato il massimo esponente dello Shakaiha (scuola sociale), un sottogenere del noir ispirato all’hard boiled americano, che pone una grande attenzione alle motivazioni psicologiche dei personaggi e alla rappresentazione realistica del crimine e della violenza. Nelle sue opere il focus della narrazione è sull’alienazione, sulla corruzione della società, sull’ingiustizia e sugli scandali sessuali, tutti aspetti che rappresentano secondo lui il motivo scatenante dei crimini. I delitti da lui descritti sono il risultato di strutture sociali lacunose e ingiuste, che spingono molto spesso i personaggi ad azioni delittuose e spietate, rendendo più oscure le atmosfere del romanzo poliziesco. È stato uno degli autori più prolifici del suo tempo, con una produzione di più di quattrocentocinquanta opere tra romanzi e racconti di vario genere, che ha continuato a scrivere fino al 1992, anno della sua morte.

Kiriko e la sua vendetta
In Italia di Matsumoto Seichō sono stati tradotti pochi romanzi, tra cui i più recenti sono Tōkyō Express e La ragazza del Kyūshū. La scelta di NipPop per il book club è ricaduta sul secondo titolo non soltanto perché è stato pubblicato giusto quest’anno, ma soprattutto perché lo si è ritenuto un esempio interessante della letteratura di questo autore, dove il romanzo giallo si mescola con la denuncia sociale.
La protagonista è la ventenne Yanagida Kiriko che dal nord del Kyūshū, una regione meridionale dell’arcipelago giapponese, viaggia fino alla lontana Tōkyō con la speranza di convincere un famoso avvocato della capitale – tale è Ōtsuka Kinzō - ad assumere la difesa di suo fratello maggiore Masao, il quale è accusato dell’omicidio di un’anziana usuraia. Kiriko crede fermamente nell’innocenza del fratello e, pur sapendo di non potersi permettere la parcella di Ōtsuka con il suo misero stipendio da dattilografa, confida che quest’ultimo accetti il caso pro bono.
Purtroppo, però, l’impossibilità di pagare le spese legali, in aggiunta al fatto che l’attenzione di Ōtsuka è in quel momento focalizzata sull’imminente appuntamento con l’amante, portano l’avvocato a liquidare rapidamente le richieste disperate della ragazza. Il rifiuto netto e l’atteggiamento distaccato fanno nascere in Kiriko un sentimento fortissimo di risentimento e rabbia, che successivamente diventerà il catalizzatore della sua vendetta personale per quella che ritiene essere stata l’ingiustizia fatale che ha condannato il fratello a morire nella vergogna.

Le opinioni dei nostri ospiti
Sono molteplici i temi affrontati da questo romanzo e come sempre i lettori del nostro book club hanno espresso opinioni diverse al riguardo. La particolarità di questa storia per qualcuno risiede nella sua capacità di tenere il lettore attaccato alle pagine del libro, in uno stato quasi d’ansia costante, mentre si cerca di raggiungere la catarsi finale in cui la vendetta di Kiriko si attuerà in tutta la sua gelida furia. A qualcun altro la trama è apparsa forse troppo forzata, poiché le coincidenze e gli eventi casuali in qualche modo si incastrano sempre perfettamente e puntano con fin troppa precisione al finale a sorpresa.
Per molti ciò che ha reso piacevole la lettura è stato in modo particolare la contrapposizione tra Ōtsuka e Kiriko. Difatti attraverso di loro vengono presentate due prosettive diverse sulla giustizia: da una parte abbiamo Ōtsuka che rappresenta una giustizia più metodica e ponderata, mentre Kiriko sembra personificare una giustizia più viscerale. L’avvocato sa di aver sbagliato nel rifiutare la richiesta della ragazza e dal senso di colpa che ne deriva nasce in lui il desiderio di rimediare. Vive quindi una trasformazione in un certo qual modo positiva o è comunque animato da una volontà di cambiamento. Kiriko invece è inamovibile nel suo rancore e nella sua determinazione a ottenere vendetta, il suo senso di giustizia è netto e totale, una forza trainante che rende il suo personaggio freddo e calcolatore.
Tutti hanno colto ovviamente la denuncia dell’autore nei confronti del sistema giudiziario giapponese, che qui viene mostrato come difettoso in quanto apparentemente incapace di proteggere i più deboli per mere questioni economiche. È stato inoltre interessante per alcuni ospiti il tema della vergogna nella società giapponese: fin dall’inizio il disonore che ha macchiato la reputazione di suo fratello, morto con l’infamante nomea di assassino, rappresenta una motivazione così importante e forte da spingere ancora di più Kiriko ad attuare i suoi piani. La pressione sociale di quella vergogna offusca il giudizio della ragazza e concentra il suo odio su Ōtsuka, indipendentemente dal fatto che quest’ultimo non sia stato il solo responsabile della morte di Masao. Da tutto questo appare chiaro l’intento di Matsumoto di far riflettere sui meccanismi sociali, che spesso intrappolano le persone in situazioni senza via d’uscita e le costringono a scelte talvolta estreme.

Come sempre ci sono stati i saluti finali alla conclusione dell’evento e il solito promemoria per il prossimo incontro. Il NipPop Book Club si prende un mese di pausa a gennaio, ma vi aspetta il 12 febbraio con un nuovo appassionante romanzo, sempre presso La confraternita dell’Uva!

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