NipPop Book Club: L’uomo che voleva uccidermi


Il 2020 si prospetta un anno ricco di eventi per NipPop e non potevamo che inaugurare al meglio il nostro nuovo programma di attività se non insieme ai fedeli partecipanti del NipPop Book Club. Mercoledì 12 febbraio l’incontro si è incentrato sull’autore contemporaneo Yoshida Shūichi e sul suo romanzo noir L’uomo che voleva uccidermi.

Ritorna il NipPop Book Club

Dopo la pausa di gennaio, NipPop ha dato inizio al proprio programma di eventi e attività del 2020 con la presentazione di due opere di recente pubblicazione: Quel che affidiamo al vento di Laura Imai Messina e Mamma, questa è l’Italia di Ichiguchi Keiko. Inoltre c’è stato il ritorno del nostro incontro mensile con i lettori del book club, che come di consuetudine si sono riuniti tra i tavoli e gli scaffali del bellissimo locale La confraternita dell’Uva, in compagnia della curatrice di NipPop e docente di letteratura giapponese presso l’università di Bologna, Paola Scrolavezza.
Questa volta la scelta è caduta su un’opera cult i Giappone, il romanzo L’uomo che voleva uccidermi, nato dalla penna di Yoshida Shūichi, uno scrittore caratterizzato da una grande versatilità narrativa e la capacità di creare personaggi estremamente intriganti.

Un autore versatile

Yoshida Shūichi è probabilmente poco conosciuto in Italia - sono stati tradotti solo due dei suoi numerosi romanzi e racconti - ma molto apprezzato in Giappone. È nato nel 1968 a Nagasaki e ha debuttato nel 1997 con Saigo no musuko (L’ultimo figlio), il suo primo romanzo, che si è aggiudicato il premio Bungakukai per gli scrittori esordienti. Successivamente, nel 2002 ha ottenuto il prestigioso premio Akutagawa per il romanzo Pāku raifu (Park life) e il premio Yamamoto per Parēdo (Parade).
Yoshida è uno scrittore che non si limita a un solo genere letterario: nel corso della sua carriera ha spaziato dai romanzi romantici alla detective fiction, dalla letteratura impegnata a quella di intrattenimento. Non solo è popolare in madrepatria, ma gode di un discreto seguito di lettori in altri paesi: quando un suo nuovo romanzo viene pubblicato in Giappone, quasi immediatamente viene tradotto e pubblicato anche in Cina, Corea del Sud e Taiwan.
La sua capacità di costruire personaggi incredibilmente reali e di raccontare con grande acume la loro vita gli ha permesso di scrivere romanzi accattivanti, nei quali è possibile osservare senza filtri la natura umana e la realtà della società giapponese contemporanea. In un’intervista ha dichiarato che nella stesura dei suoi lavori inizia con lo scegliere l’ambientazione – spesso luoghi che ha visitato di persona – per poi creare i personaggi più adatti, che costituiscono sempre la parte che preferisce esplorare e che lo motivano nella scrittura.
 

Un viaggio negli abissi della mente umana

Uno dei più grandi successi di Yoshida Shūichi è senza dubbio L’uomo che voleva uccidermi, edito in Italia da Feltrinelli nel 2017, nella bella traduzione di Gala Maria Follaco. Con questo romanzo del 2007 l’autore ha riscosso un grande successo di critica e di pubblico, aggiudicandosi il premio Osaragi Jirō - attribuito al miglior romanzo dell’anno dedicato agli studi sociali - e il premio Mainichi Publishing Culture. Nel 2010 ne è stato tratto un film, diretto dal regista sud-coreano Lee Sang Il, che ha ricevuto a sua volta diversi riconoscimenti.
Akunin - titolo originale dell’opera - è un romanzo noir atipico, le cui tematiche principali sono il senso di solitudine, l’incomunicabilità e la distanza che si crea all’interno delle relazioni interpersonali.
Il ritrovamento del cadavere di Ishibashi Yoshino, una giovane impiegata di una compagnia di assicurazioni di Fukuoka, apre il sipario su una pletora di personaggi variegati le cui vite sono legate in maniera più o meno diretta a quella della vittima, e i cui punti di vista verranno usati per dipingere uno spaccato vivido e cupo al contempo della società giapponese contemporanea.
Il delitto di per sé non rappresenta la parte più importante della storia - l’identità del colpevole è palese già nei primissimi capitoli - ma serve piuttosto come punto di partenza per un viaggio negli abissi e nei meandri della mente umana, alla scoperta di ciò che si nasconde dietro all’immagine di facciata che le persone si creano per interagire con gli altri e con il mondo esterno.

Cosa ne hanno pensato i lettori del book club?

Come di consuetudine i lettori del NipPop Book Club hanno espresso opinioni differenti sul romanzo. Per alcuni la peculiare struttura narrativa utilizzata ha dato alla lettura un sapore fresco e nuovo, non ancora provato con i precedenti romanzi di detective fiction proposti finora. Lo spostamento quasi costante del punto di vista – quindi del narratore – ha dato ad alcuni la sensazione di trovarsi di fronte un film. Il cambio di sequenze non è mai fuori posto e la trama rimane sempre sul filo, a dimostrazione della grande padronanza tecnica di Yoshida Shūichi e del suo controllo sulla storia. Non a caso molte sue opere hanno visto una trasposizione cinematografica.
Per la maggioranza dei nostri lettori gli assoluti vincitori dell’opera sono i personaggi: sono molto umani nel modo in cui mentono o omettono informazioni importanti, guidati spesso da motivazioni superficiali o dal loro senso di inadeguatezza di fronte alla società. Yoshida non censura mai la loro vera natura e anche quando risultano odiosi, frustranti, malvagi si finisce per comprenderli a causa della loro umanità e imperfezione.
In particolare, il personaggio del colpevole ha generato una grande compassione in alcuni lettori che non hanno potuto fare a meno di sperare fino all’ultimo in una rivelazione che ribaltasse la situazione e salvasse l’assassino. Tuttavia l’intento dell’autore non è quello di creare colpi di scena, ma piuttosto portare i lettori a chiedersi cosa ci sia negli abissi del cuore umano e quale sia effettivamente la sostanza del male.
A conclusione della bella serata, tra i saluti finali, c’è stato il consueto promemoria per l’appuntamento successivo. Il NipPop Book Club ritornerà giovedì 12 marzo con una delle indiscusse regine del noir giapponese: Kirino Natsuo, con il suo romanzo La notte dimenticata dagli angeli.

 

 


 




 




 




 


 

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