NipPop @FEFF21: Melancholic

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Melancholicメランコリック è l’opera prima di Tanaka Seiji, presentata al Far East Film Festival, quest’anno alla sua 21esima edizione. Un mix tra black humor e drama, pronto a soddisfare anche lo spettatore più esigente in cerca di originalità.

 

UN LAVORO SEMPLICE
Kazuhiko (Minagawa Yoji) è un laureato dell’Università di Tōkyō, la più prestigiosa del Giappone, tuttavia non ha mai sentito la necessità di trovare un lavoro stabile, limitandosi a lavoretti temporanei e continuando a vivere con i genitori. Nonostante la sua intelligenza, Kazuhiko non è proattivo e non riesce a inserirsi nel contesto sociale, tant’è che solo su suggerimento di una sua ex-compagna di liceo, Yuri (Mebuki Yoshida), decide di candidarsi per un lavoro al bagno pubblico vicino a casa. Il proprietario dello stabile, il signor Azuma, lo assume insieme a Matsumoto (Yoshitomo Isozaki), uno strano ragazzo all’apparenza ingenuo e solare.

LE APPARENZE INGANNANO
Una sera, per puro caso Kazuhiko scopre che il luogo di lavoro viene utilizzato dopo l’orario di chiusura per portare a termine esecuzioni per conto della yakuza. Per sua sfortuna, il signor Azuma lo scopre e lo incarica di occuparsi delle pulizie notturne del locale a seguito degli omicidi, facendo sparire ogni traccia, cadaveri compresi. Kazuhiko, apatico e incapace di sottrarsi al compito, cerca di assecondare le richieste del proprietario al meglio delle sue capacità. Grazie a questa nuova mansione però paradossalmente sembra acquisire più fiducia in sé stesso, tanto da invitare a cena Yuri e proporle di diventare una coppia. Tuttavia, anche Matsumoto è stato assegnato al turno di notte e il proprietario sembra preferirlo perché stranamente lo ritiene più adatto, il che ingenera in Kazuhiko una forte competitività nei confronti del collega.

UNA PECULIARE EVOLUZIONE
Sin dall’inizio il protagonista appare incapace di impegnarsi seriamente e, nonostante gli venga fatto costantemente notare il valore della sua educazione, legato all’università che ha frequentato, preferisce lavori non troppo gravosi. Sarà questo uno dei motivi che lo porteranno a legarsi ingenuamente all’ambiente criminale, che in realtà ha un forte peso nella vita degli altri personaggi, che pur non volendo ne sono schiavi.
Sarà questa nuova realtà a portare Kazuhiko a una peculiare forma di maturità: il protagonista non resta più nell’ombra, prende decisioni che cambiano la vita di chi sta intorno a lui e soprattutto è costretto a maturare un carattere più forte per non rischiare di essere definitivamente inghiottito dal suo nuovo lavoro notturno.

A OGNUNO IL PROPRIO RUOLO
Nonostante gli altri personaggi non siano ben sviluppati se non per alcuni elementi fondamentali che li legano all’ambiente criminale, dalla metà del film in poi è sempre più chiaro il ruolo che ricoprono. La loro importanza non è infatti solo finalizzata allo svolgimento della trama, ma tutti hanno un valore simbolico: dai genitori ingenui di Kazuhiko, che sono l’incarnazione della famiglia felice e perfetta, all’anziano proprietario del bagno pubblico, schiavo dei debiti e della yakuza, che tuttavia non vuole cambiare la propria condizione perché teme uno sconvolgimento nella sua vita.
Due sono i personaggi che ricoprono il ruolo di assassini, due figure in opposizione nonostante i crimini che li accomunano: da un lato c’è Kodera, il quale vorrebbe semplicemente scappare e avere una vita come tanti; dall’altro c’è Matsumoto, che sembra addirittura appagato dalla sua mansione e vive quasi con ingenuità il suo ruolo.

MEGLIO RIDERCI SOPRA
La trama principale presenta molto semplicemente il contesto in cui la yakuza può agire, mostrando il lato nascosto di una quotidianità altrimenti insospettabile. Tuttavia, la rappresentazione non cade mai nel banale e, nonostante alcune sequenze un po’ lente, non mancano momenti esilaranti a tenere viva l’attenzione. Sono proprio questi a tendere il filo della narrazione principale, facendo emergere l’originalità dell’opera e la capacità dell’attore protagonista di rendere Kazuhiko così peculiare.
In questo modo il black humor spicca anche nei momenti più inaspettati, in particolare nella prima metà della pellicola, portando lo spettatore a godere anche di scene che in un altro contesto sarebbero risultate molto più drammatiche.

NON È MAI TROPPO TARDI
Molti sono i cambiamenti che i personaggi devono affrontare. Non sempre è facile e non per tutti è possibile, ma il finale del film lascia nello spettatore il sentore della speranza. In particolare, per quel che riguarda i personaggi più giovani, soprattutto Kazuhiko e Matsumoto, che si ritrovano al termine degli avvenimenti principali con nuove strade aperte davanti a sé. Pur non dimenticando quanto hanno vissuto, hanno ancora la possibilità di prendere in mano la propria vita.