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THE MOE MANIFESTO – Il mondo del moe

7 Luglio 2014
Alessia Cimini

Cosa significa “moe”?
Questa è la domanda su cui ha lavorato Patrick Galbraith e la risposta è contenuta nel suo ultimo lavoro The moe manifesto.

Autore di diversi libri sulla cultura otaku, Patrick Galbraith, mentre lavorava al suo Otaku Encyclopedia, si è imbattuto nel termine “moe” e ne è rimasto affascinato. Cosa vuol dire? Come è recepito? Perché ci sono opinioni così discordanti sul significato? È così che è nato The moe manifesto.
Il libro esplora diversi punti di vista, da quello di critici letterari del calibro di Eiji Otsuka a quello di scrittori e figure di spicco della cultura contemporanea come Toru Honda e Jun Maeda. L'opera si compone di 19 interviste e, come la definisce il suo autore, è un visual book. Le immagini costituiscono infatti la parte centrale del lavoro che Patrick Galbraith ha portato avanti in questa sua ricerca.
Il libro vuole offrire uno sguardo ad ampio raggio sul termine “moe”, senza giudicare e senza lasciare pregiudizi negli occhi dei lettori.

“Il moe è un concetto molto radicato in Giappone e volevo mostrare alcune delle complessità che sono emerse dalla mia ricerca”, dichiara l'autore in un'intervista.
Per “moe” (萌え ) generalmente si intende l'attrazione per i personaggi di videogiochi, anime o manga. Il termine ha assunto poi una connotazione più generica per riferirsi a passioni in vari ambiti, e nel mondo dei manga, per indicare ragazze carine dagli atteggiamenti graziosi e innocenti.
Cos'è l'amore per un personaggio fittizio? Patrick Galbraith è rimasto affascinato dalle risposte che ha incontrato nel corso delle sue ricerche. Ognuno di noi, nel nostro piccolo, può commentare ed esprimere la propria opinione, e questo libro è nato per presentarci i diversi punti di vista che caratterizzano questo tema.
“Il Moe Manifesto si propone di osservare il fenomeno da prospettive diverse; fino a che punto, ponendosi nuovi interrogativi e lasciandosi guidare da esperti, possiamo cambiare i termini del dibattito in questione? ”

 

Fonte: Otaku Magazine

 

 

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