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Loli-moe dal Giappone agli Stati Uniti: dal j-art pop all’east-coast hip pop

21 Ottobre 2014
Alessia Cimini

Il nuovo video di Pharrell Williams It Girl ha sollevato critiche e curiosità nel panorama mondiale della musica. C'è chi lo considera “an animated epic”, chi lo ha definito “Pokémon-inspired”, chi invece lo ha trovato inquietante.
Ma cosa avrà mai di speciale? Il punto è che questo video nasce dall’incontro tra l'hip-hop americano e il mondo degli otaku giapponesi: la protagonista infatti è una ragazzina animata dagli occhioni grandi e dolci. E i co-direttori e gli artisti che hanno collaborato alla realizzazione sono il designer Fantasista Utamaro e il misterioso pupillo di Takashi Murakami , Mr. , che ha collaborato anche a una mostra dello stesso Murakami nel 2001, Superflat, seguita dalla fortunata Little Boy nel 2005.
Lo stesso Mr., in un'intervista del 2007 , si definisce un lolicon:
“Ho sempre amato i manga, sin da quando ero piccolo. Ma durante il liceo ho cominciato a sviluppare il mio lato più artistico, non volevo più limitarmi a leggerli, i manga. Mi imbarazzava molto essere un otaku. In Giappone ci sono molti otaku che hanno il ‘complesso di Lolita’ (lolita complex) e, quando frequentavo il liceo, uno di questi ha ucciso quattro ragazze. Anche io avevo lo stesso complesso – ce l'ho tutt'ora – ma l'incidente di allora mi ha fatto capire che non volevo far parte di quel mondo. Non mi piaceva essere associato a quel tipo di persone.” (Fonte)

Lolicon (dall'inglese – lolita complex) è un termine che sta a indicare sia la predilizione per manga che vedono protagoniste giovani ragazze coinvolte in atteggiamenti erotici, sia l'individuo stesso che prova tale attrazione. Il fenomeno in Giappone ha una vasta presenza, negli anime, nei manga e anche nella musica.
Bisogna tuttavia sottolineare come il lolicon indirizzi le sue predilizioni verso le illustrazioni piuttosto che verso le foto, una preferenza che viene anche definita “2D complex” e che permette al fenomeno di rimanere a una certa distanza dal reale e, di conseguenza entro i limiti imposti dalla legalità. Nato negli anni 70 come parodia spesso autoprodotta di personaggi femminili popolari dei manga dell’epoca, esasperando in un certo senso gli elementi erotici celati nelle forme dei corpi delle protagoniste, per un po', il lolicon è stato uno stile abbastanza diffuso, ma col tempo ha finito col diventare un fenomeno di nicchia, che emerge in maniera più ricercata soltanto nei film sci-fi e fantasy, come nel famosissimo Akira e nei primi film di Hayao Miyazaki: quegli stessi film che hanno contribuito poi a costruire il concetto di “Cool Japan” all’estero.

Non si può non citare poi, se si parla di lolicon, anche lo stile moe, che interessa principalmente il mondo dell'animazione, nel quale la sessualità viene trattata in maniera indiretta: piuttosto che mostrare immagini pornografiche, il moe si concentra sulle storie di vita delle giovanissime. Questa “tecnica” permette al pubblico in maggioranza maschile di osservare, da una posizione più “discreta”, la sessualità delle ragazzine sin dalle prime, precoci manifestazioni nella pre-adolescenza.

 

Pharrel Williams non è stato il primo artista a collaborare con Kaikai Kiki, la factory di Takashi Murakami. Nel 2007, infatti, anche la copertina di un album di Kanye West è stata curata dal maestro.
La protagonista di It Girl è una ragazza chiamata “Yoshic[ch]!!”, un affermazione priva di significato che ricorre spesso nella canzone. La stessa identica frase è presente in un quadro del 2011 di Mr.,Okay!!, che rappresenta una ragazza in divisa scolastica che alza la gamba verso lo spettatore.
Che ci sia quindi un incontro implicito, secondo alcuni, o esplicito, secondo altri, tra il mondo del lolicon e It Girl, è ormai abbastanza evidente, anche se non così immediato agli occhi di noi stranieri.

Fonte: Newyorker

Leggi anche: Intervista a Murakami Takashi

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