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Kodomo no hi: tra carpe, mochi ed elmetti

16 Ottobre 2019
NipPop Staff

Il 5 maggio, l’ultimo giorno della Golden Week, si festeggia in Giappone il “giorno dei bambini” o kodomo no hi (こどもの日). Festività nazionale dal 1948, questa giornata viene dedicata alla celebrazione dell’indole dei bambini e a festeggiare la loro felicità.

Una ricorrenza simile, lo hina matsuri (festa delle bambole), dedicata interamente alle bambine, viene festeggiata il 3 marzo.

Tango no sekku
La festività era conosciuta originariamente come tango no sekku (端午の節句) e veniva celebrata il quinto giorno del quinto mese del calendario cinese, per poi essere  spostata al 5 maggio secondo il calendario gregoriano. La ricorrenza si celebra anche in altri paesi del sud-est asiatico come Cina, Taiwan, Hong Kong, Corea e Vietnam. In origine era dedicata solamente ai maschietti, ma nel tempo è stata modificata per festeggiare tutti i bambini. Tan significa “inizio”, mentre go sta a indicare il segno zodiacale che cade nel quinto mese del calendario lunare (il cavallo nell’oroscopo cinese); sekku invece significa “festa stagionale”.  Fino alla fine degli anni quaranta il tango no sekku prendeva il nome di Festa dei ragazzi (conosciuta anche come Festa delle bandiere).

I koinobori
Durante la festività le famiglie espongono i koinobori (鯉幟), delle stoffe o carte decorate con i colori e le fattezze che ricordano quelle di una carpa (in giapponese koi). il vento muove i koinobori in un modo che ricorda il guizzare del pesce nell’acqua, simbolo di energia, coraggio e forza spirituale.

Gogatsu ningyō
Un’altra particolarità della festa è quella di esporre, nelle case dove ci sono dei figli maschi, delle bambole (ningyō) raffiguranti il leggendario guerriero Kintarō (金太郎) a cavallo di una carpa, con l’elmetto tipico dei samurai, il kabuto. La leggenda narra che da bambino Kintarō cavalcasse un orso e che trascorresse il tempo giocando con gli animali sulle montagne. Spesso vengono anche esposte le cosiddette bambole di maggio (gogatsu), raffiguranti altri elementi della guerra, come armature e cavalli, anche questi simboleggianti la forza  che si augura al bambino di avere.

Hana shōbu (花菖蒲)
Si tratta del bellissimo iris, un fiore stagionale che sboccia in questo periodo dell’anno. In passato il tango no sekku veniva anche chiamato “shōbo no sekku”, ovvero la festa dell’iris. Il nome del fiore significa anche “spirito militare”. Decorazioni vengono esposte in casa per prevenire malattie e per trasmettere ai figli le caratteristiche simboliche del fiore, forza e tenacia. Molti bagni pubblici durante lo speciale evento preparano delle vasche, riempiendole di foglie di iris, nelle quali i bambini poi si immergono.

Piatti tradizionali
Come quasi in ogni festività, durante il kodomo no hi vengono preparati e serviti diversi piatti speciali per festeggiare l’occasione come ad esempio il chimaki, il kashiwamochi, il kabuto namagashi e il kushi dango.

Chimaki (粽)
Si tratta di una tortina di riso cotta al vapore avvolta in una foglia di bambù. La ricetta deriva da un piatto cinese tradizionale, lo zongzi, preparato solitamente durante il capodanno. Ne esistono due versioni: la prima salata dove il fagottino viene farcito con verdure e carne; la seconda dolce preparata con riso glutinoso e a volte con la gelatina di fagioli azuki.

Kashiwamochi (かしわ餅)
Questi dolcetti di riso farciti con la confettura di fagioli azuki vengono avvolti in una foglia di quercia (kashiwa) dalla quale prendono il nome.

Kabuto namagashi
Il namagashi è un tipo di dolce giapponese (wagashi) che viene servito durante le cerimonie del tè. È preparato utilizzando riso glutinoso o mochi (pasta di riso). Questo speciale dolcetto ricorda la forma dell’elmo, il kabuto, utilizzato dai coraggiosi samurai giapponesi.

Kushi dango (くし団子)
I dango sono tra i dolci giapponesi più conosciuti e apprezzati. Si tratta di gnocchi preparati con riso glutinoso e farina di riso. Sono serviti tutto l’anno ma durante la festività del 5 maggio si consumano in particolare i kushi dango, una varietà servita in uno spiedino.

 

 

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