NipPop

Il bello della cucina: anche l’occhio vuole la sua parte

5 Settembre 2019
NipPop Staff

  


Nella cultura giapponese l’estetica gioca un ruolo fondamentale in quasi tutti i settori e tra questi quello alimentare è fra i più interessanti.

Cucina e forma
Incredibile è la varietà di piatti e ingredienti presenti nella cucina tradizionale, e anche le regole di composizione e impiattamento sono moltissime. Cercheremo perciò di soffermarci almeno sulle più importanti e diffuse!

Washoku
Con il termine washoku si indica in generale la cucina tradizionale giapponese. Tramandata nelle sue linee di fondo da oltre un millennio, nel 2013 l’UNESCO l’ha inclusa nel patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Consiste fondamentalmente in riso accompagnato da zuppa di miso, più varie portate secondarie, possibilmente a base di ingredienti tipici della stagione in corso. L’enfasi sulla stagionalità dei cibi genera numerose variazioni anche estetiche, soprattutto per quanto riguarda i colori degli ingredienti disponibili nei vari periodi. E trova la sua massima espressIone nell’osechi ryōri, termine con il quale si indicano le pietanze consumate nel giorno di capodanno.

Osechi ryōri
L’osechi ryōri dunque è l’insieme di piatti che i giapponesi consumano tradizionalmente il giorno di capodanno. Prevede che le varie specialità vengano elegantemente disposte in scatole speciali chiamate jūbako. Queste contengono al loro interno dei separatori che permettono di suddividere le varie portate enfatizzandone le caratteristiche peculiari, a partire dai colori. Ognuno infatti ha una precisa valenza simbolica, perlopiù propiziatoria. Ecco alcuni esempi:

  • kamaboko: una pasta di pesce cotta al vapore e tagliata a strisce, che assomiglia vagamente al surimi. I colori dominanti sono il bianco e il rosso, i due colori della bandiera nazionale. Esprimono felicità e purezza, perciò ricorrono spesso nelle occasioni più festose.
  • datemaki: una frittata un po’ gommosa nel cui impasto sono presenti gamberi o pasta di pesce. Il gusto è dolce grazie all’aggiunta di zucchero. Viene arrotolata con l’ausilio di uno speciale tappetino che le conferisce una forma simile agli antichi rotoli di carta su cui venivano vergate opere letterarie o artistiche.
  • kazunoko: ricorda nell’aspetto la nostra bottarga ma è a base di uova d’arringa. Kazu significa numero e ko bambino, quindi lo scopo di questa portata è augurare fertilità per l’anno a venire.
  • kuromame: fagioli neri di soia introvabili fuori dal Giappone, bolliti e conditi con zucchero e salsa di soia. Sono un augurio di benessere e buona salute
  • ebi: gamberi, immancabili nell’osechi ryōri, sono di buon auspicio per una lunga vita perchè con la schiena curva e i lunghi baffi ricordano gli anziani. L’aragosta (ise ebi) viene talvolta utilizzata come variante lussuosa del gambero.

Moritsuke
Moritsuke è l’arte giapponese dell’impiattamento. Ricchissima di regole più o meno articolate quest’arte si può riassumere nell’attenzione per lo spazio, la forma e il colore. E nella preferenza per le combinazioni di numeri dispari. Per quanto riguarda lo spazio, a differenza di noi europei che tendiamo a riempire i piatti fino all’orlo, nella cucina giapponese si tende a lasciare almeno un terzo del piatto vuoto. Questo per creare uno stimolo che dall’occhio raggiunge il palato, solleticando la voglia di riempire il vuoto con il pieno. Importante è anche la forma che si dà al cibo impiattato: tra le più comuni quella della montagna e del cedro, dove – ad esempio – il riso è disposto nella ciotola in forma piramidale. Infine un piatto dovrebbe comprendere i cinque colori presenti in natura, cioè i tre primari più il bianco e il nero. Inoltre deve ovviamente essere adeguato alla stagione!

Iscriviti alla nostra Newsletter!

Oltre a rimanere aggiornato sui nostri eventi e le nostre attività, riceverai anche l'accesso a contenuti esclusivi!

Marketing a cura di

Prossimi eventi

Articoli recenti

“Una ragazza alla moda” compie 50 anni!

Nel 1975, sulle pagine della rivista Shōjo Friend di Kodansha, faceva il suo debutto una delle opere più amate e rivoluzionarie dello shōjo manga: Haikara-san ga Tōru, tradotto in Italia come Una ragazza alla moda. Oggi, cinquant’anni dopo, Star Comics celebra il mezzo secolo di questo capolavoro firmato da Waki Yamato con una nuova edizione celebrativa. Una riedizione che non è solo un omaggio a un manga intramontabile, ma anche una riscoperta culturale, storica ed estetica di un’opera che ha lasciato un segno indelebile nel panorama del fumetto giapponese e nell’immaginario di intere generazioni.

Leggi tutto

Un’amicizia inusuale ma necessaria – “One Room Angel” di Harada

One Room Angel è l’ultimo manga di Harada pubblicato dalla casa editrice Shodensha nel 2019. In italiano viene pubblicato dalla Star Comics nel 2021, sorprendendo i lettori della mangaka con una storia diversa rispetto alla sua produzione precedente. Con l’opera, Harada si distacca dal genere dei boy’s love – con cui ha raggiunto il successo – per spostare l’attenzione verso aspetti meno romantici, ma non per questo meno intimi, della vita dei personaggi di cui narra.

Leggi tutto

Mascotte design: il mondo delle delle mascotte giapponesi

In Giappone non c’è stazione ferroviaria, evento locale o spot turistico che non sia popolato da almeno una mascotte. Buffe, adorabili, a volte stranamente inquietanti, le Yuru-Kyara (o Yuru-Chara, ゆるキャラ) sono diventate un simbolo della cultura pop giapponese. Ma cosa sono esattamente queste mascotte? E soprattutto, perché i giapponesi le amano così tanto?

Leggi tutto