L’estate di Sasaki Mamoru, un assistente sociale timido e serio nel suo lavoro, si rivela tutto tranne che tranquilla. La sua vita prende una piega inaspettata quando si innamora di una sua tormentata assistita, Aimi Hayashino, coinvolta nella yakuza, che lo trascina nel suo mondo di segreti e di abusi. Il film, diretto dal regista Jōjō Hideo, è stato proiettato in anteprima internazionale il 27 aprile durante la ventisettesima edizione del Far East Film Festival a Udine!
A Bad Summer di Jōjō Hideo – titolo originale Warui natsu (悪い夏) – è un mix di dramma e thriller tratto dall’omonimo romanzo del 2017 di Somei Tamehito (染井為人) ed ha debuttato nelle sale giapponesi il 20 marzo 2025.
La pellicola si apre con una scena che richiama il caldo torrido dell’estate in Giappone: il protagonista, madido di sudore, schiaccia col tacco della scarpa una cicala morta sull’asfalto. Sasaki Mamoru, il personaggio principale interpretato da Kitamura Takumi, è un giovane impiegato addetto al controllo dei sussidi, dall’aria anonima e dalla personalità timida e passiva. Proprio a causa della sua personalità non riesce a togliere il sussidio a chi evidentemente lo inganna, a chi come il signor Yamada (Takehara Pistol), millanta di essere malato per continuare a riceverlo. La sua è una vita monotona, fatta solo di lavoro: non ha hobbies, non ha amici né tantomeno un partner sentimentale. Le cose cambiano quando una sua collega di nome Miyata Yuko (Itō Marika), gli confessa che il loro socio Takano Yoji (Maiguma Katsuya) approfitta di un’assistita ricattandola. Miyata gli chiede di aiutarla a cercare le prove per smascherarlo e Sasaki non riesce a dirle di no. Questo evento interrompe la monotonia della sua quotidianità.

L’assistita vittima del corrotto Takano è Aimi Hayashino (Kawai Yūmi), una giovane ragazza madre con una bambina di cinque anni alla quale però non riserva molte attenzioni. Sasaki si affeziona subito a quella bambina e trascorre sempre più tempo con loro, stravolgendo non solo la sua vita, ma anche il suo cuore. Ciò che che Sasaki non sa è che la vita di Aimi è fatta di menzogne, gangster ed abusi, a causa del suo coinvolgimento con la yakuza. Finirà per esserne macchiato irrimediabilmente?
Nel dramma si dipana quindi il conflitto interiore del protagonista, costretto ad affrontare i lati più oscuri della propria psiche, il che crea un clima di tensione e inquietudine nello spettatore: proiezioni mentali e realtà si mescolano, ed è difficile cogliere la differenza tra Sasaki e la cicala calpestata a terra.

A Bad Summer denuncia il mondo della malavita e della corruzione, presente anche all’interno del dipartimento servizi sociali, un luogo che dovrebbe dare supporto e aiutare ma dove invece vige l’abuso di potere e si arriva al punto di ricattare gli assistiti.
Oltre alla vicenda di Sasaki ed Aimi, il film sviluppa anche la storia di una madre (Kinami Haruka) povera e vedova che vive con il proprio figlio e che cerca in tutti i modi – ma senza risultato – di trovare un impiego, con la quale è difficile, se non impossibile, empatizzare. C’è chi ottiene il sussidio mentendo, come il signor Yamada, e chi, come questa madre, che ne ha davvero bisogno ma non lo riceve.
Gli attori, anche nel silenzio, sono molto bravi a dare voce alle emozioni dei personaggi servendosi solo della mimica del corpo: piedi che battono a terra insistentemente, sguardi bassi o persi nel vuoto, mani tra i capelli e sigarette tra le dita.

Jojo Hideo costruisce la narrazione con calma, il ritmo nelle prime scene infatti può sembrare lento ma cresce sempre di più insieme all’atmosfera cupa e inquietante, arrivando al suo culmine in un finale esplosivo e inaspettato.
Il film, mano a mano che la trama si snoda, regala allo spettatore quella suspense che lo porta a rimanere completamente coinvolto nella vicenda, incapace di staccarsi dallo schermo e desideroso di scoprire in che modo possa finire una storia così ricca di segreti e di colpi di scena. A Bad Summer è un thriller psicologico che trascina il pubblico in un vortice di tensione, di dubbi e di sorprese imprevedibili, portandolo ad interrogarsi su quanto fragile sia l’animo umano.
