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The Long Excuse di Miwa Nishikawa – Non è mai troppo tardi per crescere

8 Novembre 2016
Pier Giorgio Girasole

L'edizione 2016 della Festa del Cinema di Roma ha avuto molti protagonisti noti al pubblico come Meryl Streep, Oliver Stone e Tom Hanks. Tuttavia non sono mancate le partecipazioni dal mondo del cinema asiatico. E ovviamente dal Giappone.

Pur collocandosi tra il Busan Film Festival in Corea e il Tokyo International Film Festival, l'appuntamento romano ha visto la comparsa di un nuovo e ambizioso lungometraggio made in Japan. Si tratta di The Long Excuse, diretto da Miwa Nishikawa e interpretato da Masahiro Motoki. Entrambi presenti al Festival.

La regista, con una grande esperienza del settore alle spalle, ci presenta una sorta di dramma morale molto efficace grazie soprattutto alla partecipazione di due giovanissimi attori. Sicuramente l'influenza di registi come Hirokazu Kore'eda (Nobody Knows, Father and Son) è notevole, e il film ha tutti i numeri per essere un successo di pubblico in Giappone, dove è appena uscito, e non solo. Primo motivo fra tutti la presenza nel cast, oltre che dei bambini, del noto attore Masahiro Motoki, celebre per aver interpretato il ruolo del violoncellista nel film premio Oscar 2009 Departures.

La trama infatti vede come protagonista lo scrittore di successo Sachio (Masahiro Motoki), il quale vive un rapporto ormai sterile e sull'orlo della crisi con la propria moglie. Una sera quest'ultima decide di allontanarsi da casa alla ricerca di un po' di svago in un centro termale a nord di Tokyo. Dovrà prendere un pullman e con lei ci sarà un'amica. Quest'ultima, moglie di un indaffarato e instancabile camionista nonché madre di un bambino di 10 anni e di una bambina di 5.

Proprio quella sera il distratto Sachio perderà la moglie in un incidente stradale che vede coinvolto il bus e la sua vita cambierà per sempre. Inizialmente verrà tormentato dai media sempre in cerca di uno scoop sul suo personaggio, ma in seguito trasformerà poco per volta il suo animo superficiale e votato al successo in uno più profondo e sincero. E questo grazie ai due bambini che conoscerà e seguirà dopo l'incidente che li privati della madre e allontanati dal padre.

Di notevole importanza il processo grazie al quale Sachio poco per volta accantona le sue presunte sicurezze e si metta in gioco crescendo insieme ai due bambini.

Sachio, come spiega la regista stessa, ha due anime. Una è votata alla società, al successo e ai media. Si tratta di un'identità artificiale che non lascia spazio ai veri sentimenti ma li crea, li imita. Un'altra invece è quella più profonda e sensibile ma che per manifestarsi ha bisogno di più tempo e fatica. Una catarsi e una crescita che si realizzano grazie ai due bambini.

Sempre la Nishikawa aggiunge che ognuno di noi ha dentro di sé un suo Sachio, che necessita di qualcuno per poter maturare e vivere a pieno.

Ricordiamo che il film è stato tratto dal romanzo omonimo della regista, candidato al premio Naoki 2011. Opera, considerato l'anno in cui è stata scritta, influenzata moltissimo dalla triplice tragedia dello tsunami-terremoto-incidente nucleare del Giappone Orientale: infatti il tema della perdita è un qualcosa che non può che arrivare direttamente dall'esperienza di quei giorni terribili per tutto il Paese.

Altro romanzo che sembra trasparire dalla trama del film è il thriller psicologico La seconda vita di Naoko di Keigo Higashino, dove ancora una volta la scomparsa di una persona cara è lo stimolo che innesca una serie di trasformazioni nella vita del protagonista.

Motoki racconta invece di come si senta vicino a Sachio, uomo di successo che deve sapere sempre discernere la realtà dalla finzione. I sentimenti dalla recitazione.

L'idea di lavorare con i bambini gli è piaciuta e, come la regista, è rimasto colpito dalla dedizione di questi da loro dimostrata nel lavoro benché inesperti e sottoposti a ritmi difficoltosi anche per gli adulti.

Il film è stato realizzato nel corso di un anno intero ed è uscito nelle sale a Ottobre 2016. A Roma il successo è stato grande e il pubblico ha apprezzato la recitazione dei giovani attori e il processo di trasformazione di Sachio. Motoki, peraltro, ne aveva già dato un esempio nel già citato film Departures, dove da ambizioso violoncellista riusciva a maturare grazie a un contatto singolare con la morte e l'aldilà.

Lodevole quindi lo scavo psicologico e l'empatia con il protagonista così come la purezza dei bambini. L'unica cosa che riuscirà a far crescere Sachio accompagnandolo in un processo di crescita. Anzi, si potrebbe chiosare parlando di Roma, di vera e propria redenzione.

 
 
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