NipPop

NipPop @ TIFF2019: He Won’t Kill, She Won’t Die

14 Novembre 2019
Lisa Stivè

Basato su un 4-koma diventato virale su Twitter e diretto da Kobayashi Keiichi, He Won’t Kill, She Won’t Die (Korosanai kare to shinanai kanojo 殺さない彼と死なない彼女) è un dramma adolescenziale che intreccia le storie di sei ragazzi alle prese con la paura più antica del mondo: quella di essere rifiutati.

Il regista, Kobayashi Keiichi, con gli attori Mamiya Shōtarō (Kosaka Rei) e Sakurai Hinako (Shikano Nana). Copyright: TIFF Press.

L’indifferente e la masochista
Kosaka Rei è un giovane liceale svogliato, senza amici o hobby particolari, se non quello di mandare a quel paese chiunque gli capiti a tiro. Questo cambia un giorno, quando si accorge che una sua compagna di classe sta rovistando nella pattumiera per ripescare il cadavere di un’ape, malamente uccisa dal resto della classe: si tratta di Shikano Nana, una ragazza problematica ed emarginata, frequentemente vittima di bullismo per i suoi ripetuti tentativi di suicidio mai portati a termine. Rei è affascinato da quella ragazza, così interessata a uccidersi ma al tempo stesso con un rispetto tale della vita da voler dare una sepoltura degna di questo nome a un minuscolo insetto, e tra i due si instaura una strana amicizia fatta di affetto e continui battibecchi, tra un “Muori!” e l’altro.

Alla storia di Rei e Nana – e apparentemente scollegate – si intrecciano quelle degli altri quattro personaggi, Yachiyo e Nadeshiko, Kyapiko e Jimiko.

Jimiko e Kyapiko
Jimiko e Kyapiko sono due amiche d’infanzia che però non potrebbero essere più diverse: la prima, studiosa e diligente, è una ragazza timida, con gli occhiali, che quasi sfigura accanto all’amica, popolare e kawaii (non a caso i loro nomi sono metaforici: jimi 地味 significa ‘semplice’, kyapikyapi きゃぴきゃぴ invece ‘carino e pieno di vita’). La vita di Kyapiko è all’apparenza perfetta: carina e attraente, ha uno stuolo di pretendenti al seguito e ogni settimana ha un nuovo boyfriend. Tuttavia, è terrorizzata all’idea che questi possano lasciarla, o un giorno perdere interesse per lei: e proprio per questo è lei a troncare sul nascere ogni relazione. E quando questo accade, puntualmente Kyapiko va a piangere al capezzale di Jimiko, ormai abituata ai teatrini dell’amica: la stessa Jimiko teme che, nelle sue parole, “Kyapiko possa scoprire un giorno di essere sola, e che nessuno la ami”. Quando la sua ultima fiamma, un aspirante musicista che la lascia dicendole che “è solo carina, ma oltre a quello non c’è altro”, Kyapiko si interroga sulla sua vita, su come abbia sempre cercato l’attenzione della madre, che invece preferiva uscire a bere la sera, e di tutti dal momento in cui per la prima volta Jimiko, da piccole, le disse che era la più carina della classe: è allora che Kyapiko capisce veramente chi è la persona che davvero non l’ha mai abbandonata, il suo “principe azzurro”.

Amore non corrisposto 
L’ultima storia, che tragicamente si intreccia con quella di Rei e Nana, è quella di Nadeshiko e Yachiyo: conosciutisi il primo giorno di liceo, da allora Nadeshiko è perdutamente innamorata del compagno di classe, al quale si è dichiarata più volte e che non le nasconde di non ricambiare i suoi sentimenti. La ragazza però non si dà per vinta, fino a quando Yachiyo, per il quale la presenza della ragazza è ormai diventata insostituibile, le confessa di aver insistito a mantenere le distanze solo per paura di essere rifiutato e quindi di rimanere di nuovo solo.

Sei personaggi in cerca d’amore
Ed è proprio questo il tema che lega le tre storie: la solitudine, e la paura di essere rifiutati dalle persone che si amano. Kyapiko, nel suo disperato tentativo di essere amata, allontana le persone che potrebbero in qualsiasi modo ferirla, Yachiyo, che dopo essere stato rifiutato una volta ha paura di avvicinarsi alle persone, e Nana, che dopo la morte della madre crede di trovare nel suicidio un rifugio dalla solitudine. Il film, che si chiude con un inaspettato colpo di scena, racconta di storie che ormai conosciamo bene, ma che proprio per questo riescono a commuoverci perché in fondo ci sono familiari. Narrata in modo semplice e delicato, è una storia che vuole ricordarci quanto sia importante dare valore alle persone intorno a noi e andare avanti accettando noi stessi per quello che siamo.

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