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NipPop incontra Asuka Ozumi – “Helter Skelter”: la bellezza irraggiungibile

8 Dicembre 2020
Giulia Colelli

Ritorna anche quest’anno particolare il Book Club targato NipPop, questa volta con un tema molto caro a tutti noi dello staff: il Giappone delle donne. Il prossimo incontro si terrà mercoledì 9 dicembre 2020, e parleremo di Helter Skelter, un manga di Okazaki Kyōko. Nel frattempo abbiamo intervistato Asuka Ozumi, curatrice della collana Dynit Showcase: pronti a scoprire di più su quest’opera incredibile?

Helter Skelter è l’ultima opera pubblicata dalla famosa mangaka Okazaki Kyōko prima del gravissimo incidente in cui è rimasta coinvolta, tradotta in italiano da Susanna Scrivo e pubblicata da Dynit nella loro collana Dynit Showcase. 

Il manga racconta la storia di Ririko: una modella bellissima, perfetta, tanto eterea quanto spietata, costretta sin dalla prima giovinezza a rincorrere un ideale di bellezza impossibile ma che lei sembra aver raggiunto. Ma a quale prezzo? Ririko, infatti, si è sottoposta a centinaia di interventi estetici per raggiungere questa “perfezione”, e ognuno di questi piccoli ritocchi sembra aver cancellato una parte della sua umanità, riducendola in una condizione insostenibile per il suo stesso corpo.

Helter Skelter, Okazaki Kyōko, © Dynit

L’ossessione per la chirurgia estetica e la pressione a conformarsi a determinati standard di bellezza che grava sulle donne sono quindi i due temi principali affrontati da questa graphic novel dallo stile inconfondibile. Il tratto di Okazaki, infatti, è semplice ma allo stesso tempo crudo, capace di scavare a fondo nelle emozioni più profonde dei personaggi.

Abbiamo chiesto ad Asuka Ozumi, traduttrice di manga, docente di giapponese, socio fondatore e presidente del Centro di Studi sull’Asia Orientale di Torino, e curatore della collana Dynit Showcase, di rispondere ad alcune delle nostre domande su Helter Skelter e sui temi che il manga affronta.

NipPop: Helter Skelter è un'opera unica nel suo genere, e in essa l'autrice affronta un tema molto controverso come la pressione ad adeguarsi a degli standard di bellezza incredibilmente rigidi che grava sulle donne, famose e non. Qual è stata la reazione del pubblico in Giappone?

Asuka Ozumi: Okazaki Kyōko è una delle mangaka più rappresentative degli anni Novanta non solo nel mondo del manga, ma nella cultura più in generale. Nel 1994 ha realizzato una mostra personale alla galleria P-House in collaborazione con Murakami Takashi; spesso compariva con interviste e articoli su media non strettamente legati al mondo del fumetto e alcune sue serie sono state serializzate su magazine di moda. Con il suo tratto graffiante, a tratti apparentemente rozzo e quasi violento (si pensi all’uso delle campiture nere o ai retini sfasati), ha portato una ventata di novità espressiva innegabile che ha influenzato intere generazioni di mangaka, non solo dal punto di vista stilistico, ma soprattutto tematico.

Helter Skelter, Okazaki Kyōko, © Dynit

Helter Skelter è stato pubblicato sulla rivista “Feel Young” dal 1995 al 1996, anno in cui Okazaki è rimasta vittima di un incidente stradale gravissimo, dalle conseguenze devastanti. Helter Skelter è stato raccolto in tankobon solo anni dopo, nel 2003 e l’anno successivo ha ottenuto il prestigioso Gran Prize del Premio Culturale Osamu Tezuka nella sezione manga. Nel 2012è diventato un live action di successo grazie alla regia di Ninagawa Mika, regista anche di Sakuran, tratto dall’omonimo manga di Anno Moyoco, (ex assistente proprio di Okazaki).

Aneddoto curioso: uno spot che compare all’interno della pellicola, che ha per protagoniste Sawajiri Erika nel ruolo di Ririko e Mizuhara Kiko in quello di Kozue, è stato poi realmente utilizzato come pubblicità dai magazzini Parco.

Questo è il making of del film, mentre questo è lo spot poi andato in onda nella realtà.

Dunque, è come se Helter Skelter avesse ottenuto un successo triplice e diluito nel tempo, continuando a essere un titolo evergreen proprio per le tematiche estremamente attuali anche a distanza di tempo.

NipPop: La novel critica esplicitamente l'industria dell'intrattenimento in Giappone e la grande pressione sui giovani idol e tarento, ovviamente portando le sue problematiche all'estremo. Pensi che negli anni successivi alla pubblicazione di Helter Skelter la situazione sia cambiata in meglio? O al contrario è peggiorata?

A.O.: Lo show biz è un mondo spietato un po’ ovunque, ma quello che caratterizza il Giappone (e l’Asia Orientale in generale) forse è il maggiore controllo che le agenzie hanno sulla vita privata dei personaggi pubblici. Scandali legati all’alcol e all’abuso di droghe, o relazione adulterine possono davvero stroncare la carriera di una persona. Un grosso cambiamento avvenuto con il tempo è senza dubbio l’avvento dei social network, che da un lato permette di avere un contatto più diretto con il fandom, ma rende anche gli artisti più esposti e vulnerabili. Ci sono esempi di stalking o di cyberbullismo dagli epiloghi drammatici e c’è un dibattito in corso su come affrontare arginare il problema anche sotto il profilo giudiziario.

Helter Skelter, Okazaki Kyōko, © Dynit

NipPop: Un altro problema sociale che la novel affronta è quello della dipendenza della chirurgia estetica e dell'inseguire degli ideali di bellezza irraggiungibili anche a costo della propria vita. Pensi sia un trend ancora in crescita in Giappone?

A.O.: Il ricorso alla medicina e alla chirurgia estetica è un trend in crescita: dai dati di un sondaggio condotto nel 2015, il Giappone è il terzo paese al mondo per numero di interventi, dopo USA e Brasile (numero totale e non in relazione alla popolazione). Tuttavia, ogni cultura ha i suoi canoni e uno dei trattamenti maggiormente richiesti in Giappone è la blefaroplastica, operazione volta a modificare la forma della palpebra. In generale, rispetto ad altre culture, il ricorso alla medicina estetica in Giappone tende a concentrarsi sul viso, dalle iniezioni di botox ai procedimenti per cancellare nei e macchie cutanee.

NipPop: Okazaki Kyōko è spesso considerata la capostipite del manga josei, ovvero quei manga destinati a un pubblico di donne adulte e che trattano quindi tematiche più serie o controverse. Come si inserisce Helter Skelter all'interno dell'opera completa di Okazaki?

A.O.: Okazaki ha realizzato tantissime storie brevi, raccolte in varie antologie, ma i suoi tre titoli più rappresentativi sono, in ordine cronologico, Pink, River’s Edge e Helter Skelter. Dopo l’incidente del 1996, Okazaki ha trascorso un lungo periodo di riabilitazione e non ha mai più disegnato. Di fatto Helter Skelter è l’opera ultima di un’autrice rivoluzionaria, eternamente incompiuta. Purtroppo non possiamo sapere cosa sarebbe successo se Okazaki non fosse stata investita, se avesse continuato a lavorare, ma la sua eredità è stata raccolta da molte donne che sono venute dopo di lei, prima fra tutte Anno Moyoco.

Helter Skelter, Okazaki Kyōko, © Dynit

Si conclude così la nostra intervista ad Asuka Ozumi, che ringraziamo. Helter Skelter è sicuramente un’opera unica nel suo genere, provocatoria, che punta proprio a lasciare il lettore sconvolto e che non lascia scampo a una riflessione profonda sulla nostra società e su cosa significhi essere donna non solo nel Giappone contemporaneo, ma nel mondo intero.

Se Helter Skelter e i temi che tratta vi hanno affascinato, non perdetevi il prossimo appuntamento con il nostro Book Club, mercoledì 9 dicembre 2020 alle 19 sulla piattaforma online Zoom. In questo incontro, avrete la possibilità di discutere e confrontarvi non solo con noi dello staff, ma anche con altri lettori che come voi hanno apprezzato l’opera! 

Cosa aspettate? Iscrivetevi! Basta compilare questo form e poco prima dell’inizio dell’incontro riceverete il link e la password alla stanza di Zoom sull’indirizzo mail che indicherete.

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