Fureru è uno dei film d’animazione mostrato al venticinquesimo 24 Frame Future Film Festival di Bologna. Prendendo parte nel concorso per miglior film d’animazione, ha portato qualcosa di originale rappresentando in maniera valida il genere dello slice of life. Il film è stato diretto da Nagai Tatsuyuki e scritto da Okada Mari, i quali hanno lavorato insieme dopo il loro ultimo successo Her Blue Sky (2019), ed è uscito nei cinema giapponesi il 4 ottobre 2024, con la sua prima italiana al festival emiliano.
Il film anime inizia presentando Aki Onoda, Ryō Sobue e Yūta Inohara, tre amici che da bambini trovano per caso una piccola creatura aliena rinominata Fureru che, dopo averla toccata, concede loro il potere di comunicare telepaticamente attraverso il contatto. Successivamente, la storia si concentra sulle vite dei protagonisti a vent’anni mentre vivono a Tokyo e cercano di aiutare una ragazza a liberarsi da uno stalker invadente.
La storia presenta elementi fantastici che potrebbero invitare il pubblico a vedere il film come un fantasy, ma è in realtà la quotidianità ad avere un ruolo centrale nella narrazione. Il tema maggiormente sviluppato dal film è la realtà dell’amicizia per come viene vissuta nella vita di tutti i giorni. I tre protagonisti, attraverso Fureru e il potere da lui posseduto, riescono a superare ostacoli dati dalla mancanza di comunicazione, migliorando sia come individui che all’interno delle proprie relazioni interpersonali. La crescita dei tre ragazzi viene mostrata in maniera estremamente realistica, utilizzando quindi un concetto fantastico per trattare di un tema importante nella società odierna.

Grazie al film, infatti, si possono prendere spunti per parlare di comunicazione nella società contemporanea,in particolare quella giapponese. Negli ultimi anni, a causa di una sempre più forte inclinazione alla solitudine e uno squilibrio tra vita lavorativa e personale, è difficile per le giovani generazioni avere relazioni di amicizia sane e mature, facendo sì che i contatti interpersonali diventino sempre più rari e sempre meno profondi. È importante sottolineare anche come nella società contemporanea sia particolarmente difficile per gli uomini sviluppare amicizie sane e genuine, a causa di standard di mascolinità che impediscono qualsiasi tipo di vulnerabilità.
Il film vuole mettere in luce proprio questo contesto in modo da smantellarlo, mostrando protagonisti che, pur presentando atteggiamenti figli della società patriarcale e individualista in cui vivono, riescono a combattere i propri preconcetti e trovare un contatto gli uni con gli altri. Tale impresa è possibile grazie alla creatura magica che rappresenta lo stesso valore dell’amicizia, la vulnerabilità e la comunicazione, la sensibilità e l’apertura al dialogo. Si rivela quindi particolarmente efficace dare forma a questi concetti in modo da sottolinearne l’importanza, mostrandoli come tangibili per evidenziarne le conseguenze positive anche nella vita reale. Il nome stesso del film riprende questo concetto: fureru significa “toccare” o “sentire” in maniera emotiva, ed è una formula che si ripete più volte, pronunciata da personaggi diversi e in situazioni di vario tipo, per reiterare una specie di rito di vicinanza che aiuta i protagonisti a mettersi a nudo, mostrando le proprie emozioni senza maschere e senza giudizi rispetto alle realtà altrui.

In materia di trama, il film si concentra anche sul tema dello stalking e della molestia sessuale, presentando la storia di Asakawa Nana, la studentessa vittima di uno stalker invadente, che viene aiutata dai protagonisti a risolvere la situazione. In merito a questo aspetto, il tema poteva essere trattato in maniera più organica, rendendolo più coerente con il resto della trama. Esso viene però introdotto e presentato in maniera alquanto superficiale, senza tenere in considerazione le conseguenze negative dell’accaduto sul benessere della vittima, e dipingendo l’evento senza dare spazio ad una denuncia del sistema patriarcale che incita la perpetrazione di tali comportamenti. Per quanto le intenzioni e il messaggio connesso a questo tema fossero elogiabili, l’esecuzione lo mostra quasi come un’aggiunta dell’ultimo minuto, dandogli poco peso all’interno dell’opera nella sua totalità. Per questa ragione ho trovato che la trama avrebbe avuto una potenza maggiore se si fosse focalizzata solo sul tema dell’amicizia tra i protagonisti, dato che ritengo poco efficace trattare di un tema intenso quale il problema delle molestie sessuali senza dargli lo spazio e il tempo necessario.
Per quanto riguarda la produzione del film, grazie a Cloverworks e alla regia di Nagai Tatsuyuki il pubblico ha la possibilità di godersi dei disegni veramente ben fatti, ricchi di tensione e dinamismo e tramiti di sentimenti molto intensi. Allo stesso modo, il doppiaggio dell’attore principale, Nagase Ren, aiuta l’audience a immedesimarsi e amplifica le emozioni del personaggio protagonista, dando loro grande forza e naturalezza. È inoltre fondamentale parlare della canzone Monotone, interpretata da Yoasobi con l’intensità emotiva e la perfezione artistica per cui il duo è divenuto celebre.

In conclusione, trovo Fureru un grande rappresentante del genere dello slice of life e un buon film sia per giovani che per adulti, in modo da imparare qualcosa di nuovo sull’amicizia o semplicemente per ricordarsi della sua importanza in un’epoca che, sfortunatamente, tende a sminuirla.



