NipPop

L’alba di un incontro spettacolare – La lanterna di Nyx

27 Agosto 2021
Alessia D’Ortona

La lanterna di Nyx: A story of Japanese poor girl a cavallo tra il Giappone e la Francia di fine Ottocento. Direttamente dal catalogo manga di Dynit, tradotto da Asuka Ozumi, arriva in Italia un’altra chicca da non perdere! 

Non ci stupirebbe trovare il nome di Takahama Kan accanto alla dicitura “artista poliedrico/a” di un qualsiasi vocabolario: avvicinatasi al nouvelle manga sin da subito, la sua tecnica narrativa versatile e coinvolgente, l’enorme curiosità per il mondo e le varie culture e realtà umane, per non parlare del suo tratto delicato tuttavia deciso, rendono la sua una penna da non prendere di certo alla leggera.

Già conosciuta in Italia per opere come L’ultimo volo della farfalla e L’amante, la mangaka è stata ospite di NipPop nel 2019 per parlarci di Il gusto di Emma, storia scritta in collaborazione con Emmanuelle Maisonneuve e Julia Pavlowitch ispirandosi alla figura di un’ispettrice Michelin francese, una delle prime donne a ricoprire questo ruolo.

Con La lanterna di Nyx, ultimo suo manga che l’è valso il Grand Prize della 24° edizione del Premio Culturale Osamu Tezuka e l’Excellence Award della 21° edizione del Japan Media Arts Festival, l’ambientazione cambia. Ci spostiamo infatti nella Nagasaki del 1878, quando il mondo era all’apice del suo splendore.

La trama

Miyo, dopo aver perso entrambi i genitori, si ritrova a vivere e a dover cercare lavoro in una città a lei sconosciuta. C’è però un piccolo problema… La ragazza non ha particolari capacità, se non la dote della psicometria. Tra una (disperata) ricerca e l’altra, si ritrova nella stramba bottega gestita dall’alquanto bizzarro ma non per questo poco carismatico Koura Momotoshi (Momo per gli amici) e da Ganjī, un omone dall’aspetto minaccioso ma dal cuore d’oro, che la assumono come commessa.

Inizia così l’avventura dell’orfanella alla scoperta dell’avanguardia e delle tecnologie occidentali, mentre il suo cuore e la sua mente si aprono sempre più alla realtà e alle persone che la circondano, arrivando perfino a maturare un forte sentimento d’amore.

Il contesto

Il periodo storico-culturale in cui Takahama ha scelto di ambientare la sua opera è da sempre appassionante per coloro che si avvicinano allo studio della storia non solo giapponese, ma mondiale.

Ci troviamo nella seconda metà del XIX secolo, un periodo di profondi cambiamenti politici, sociali, economici e scientifici che hanno interessato tutto il globo. Il processo di modernizzazione, iniziato in Gran Bretagna alla fine del Settecento, fa un enorme balzo in avanti: entriamo in quella che viene definita la Seconda Rivoluzione Industriale. La scienza sposa la tecnica, e l’innovazione tecnologica sembra non conoscere limiti. È in questo periodo, infatti, che vengono inventati tantissimi beni che sono ancora oggi di consumo quotidiano (ma magari sotto altre vesti): la lampadina e il fonografo di Edison, il telegrafo di Morse, il telefono di Meucci e Bell, la gomma sintetica, l’alluminio, la dinamite, il motore a scoppio, le macchine per cucire e per scrivere, per non menzionare le importantissime scoperte in campo medico, come ad esempio quella dell’aspirina.

Parliamo dell’Europa delle Esposizioni Universali, in particolare della Francia, la cui “futuristica” capitale Parigi ospitò nel 1878 milioni di turisti, imprenditori e curiosi da tutto il mondo.

Molte delle invenzioni di fine Ottocento – alcune le abbiamo citate sopra – fanno la loro comparsa ne La lanterna di Nyx e sono accompagnate da un contagioso senso di stupore e meraviglia, oltre che spesso dalla più sincera confusione da parte di Miyo e dei clienti occasionali del negozio.

Il Giappone, d’altra parte, era appena uscito da due secoli di isolamento quasi totale: nessuno poteva uscire o entrare dal/nell’arcipelago, a eccezione dei mercanti provenienti dalla Cina e dei commercianti olandesi, confinati comunque nell’isola di Deshima. C’è da dire che il popolo giapponese, contrariamente a ciò che si può pensare, è sempre stato affascinato dall’Occidente: una buona parte degli intellettuali più brillanti dell’epoca studiava con piacere la lingua olandese, i testi e i trattati medico-scientifici importati dai Paesi Bassi durante il cosiddetto sakoku. Nagasaki, in particolare, divenne ben presto una città di interpreti e di esperti della scienza d’oltreoceano.

Il Giappone Meiji, il paese dal governo “illuminato”, si trasforma rapidamente, si occidentalizza, diventando in una manciata di anni una superpotenza mondiale. Arrivano nuovi saperi, nuove professioni, nuovi modi di vivere e di vestire: è l’alba della società giapponese così come la conosciamo oggi.

Ma attenzione: non dobbiamo pensare a questo incontro come a un imprinting a senso unico. L’Asia diventa meta esotica per eccellenza e gli europei rimangono letteralmente stregati dall’arte e dall’artigianato che ne caratterizzano la cultura, compresi i manufatti giapponesi, arrivando a collezionare di tutto.

Uno scambio questo, possiamo affermare, che ha un qualcosa di magico. Sorta di file rouge dell’opera è infatti il viaggio attraverso realtà sconosciute, proprio come quello affrontato da Alice, la protagonista del classico di Lewis Carroll. Tanti poi sono i riferimenti ad Alice nel Paese delle meraviglie che permeano i volumetti di La Lanterna di Nyx, a partire dai titoli e dai frontespizi dei capitoli.

Momo e Nyx

Nyx (Nox o Notte) è una delle divinità primordiali della mitologia greca. La sua dimora si trovava nell’Estremo Occidente, oltre il paese di Atlante e ben al di là delle Colonne d’Ercole. Secondo la Teogonia di Esiodo (poema di riferimento per la mitologia greca) è la personificazione della notte terrestre, che illumina con la sua lanterna. La sua luce fa da guida nell’oscurità del mondo, spiega Momotoshi, e non è certo un caso che sia lasciato a lui il compito di introdurre il mito di Nyx nell’opera.

L’enigmatico giapponese incarna alla perfezione quell’intreccio di tradizioni, arti e culture e per questo è destinato a essere colui che (grazie anche alla sua rete di soci/amici) renderà luminosa la lontana Europa per i suoi connazionali nipponici. Momo rappresenta inoltre il “punto di svolta” nella vita della nostra protagonista Miyo: è lui ad accorgersi della sagacia della ragazza, della sua intelligenza; è lui a insegnarle a scrivere e leggere il giapponese e l’inglese senza chiedere nulla in cambio; è lui a far salire l’autostima di Miyo ed è a lui che l’orfanella volge il suo primo sguardo innamorato.

Lo stile

Takahama ha voluto sviluppare la sua storia utilizzando un’apparente struttura a episodi, caratterizzata da brevi racconti di vita quotidiana ora incentrati su un nuovo oggetto importato dall’Occidente, ora sull’aiuto offerto a un nuovo cliente. Ma queste scelte narrative, come ben sappiamo, faticano a ingranare e non sempre riescono ad accattivarsi l’attenzione del pubblico internazionale. Per questo l’autrice ha aggiunto vari spunti e sotto-trame a colorare la sua opera: tra le principali, possiamo citare l’alone di mistero che circonda la figura e il passato di Momo; lo sviluppo, la nascita e a volte la fine di vari legami affettivi e/o romantici tra i vari personaggi; la maturazione di Miyo e per i più appassionati la voglia di scoprire quale sarà la prossima novità in arrivo direttamente dall’Esposizione Universale. Non manca un velato sollecito a considerare la posizione della donna, un discorso che si allarga alla lotta contro la discriminazione in favore della consapevole accettazione di sé, indipendentemente dal proprio genere e dalle proprie origini.

Sfogliando le pagine di ogni volumetto non si può non essere colpiti dal notevole lavoro di minuziosa ricerca a cui Takahama si è dedicata, studiando, schedando e collezionando ove possibile i vari oggetti, tecnologie e usanze dell’epoca per donare ai suoi lettori numerosi e interessanti approfondimenti.

Il suo è un tratto sicuramente particolare, fresco e ben riconoscibile, uno stile di disegno che si sposerebbe felicemente con gli acquerelli. Le espressioni dei volti non sono mai esagerate e ogni tavola è intrisa di sentimento, lasciando una sensazione di piacevole appagamento nel petto di chi si sta gustando questa piccola perla del mondo manga.

Prossimi eventi

Articoli recenti

NipPop Goes to Buffalo: A Report on Replaying Japan 2024

Studying Japanese pop culture requires us to consider its expansion and diffusion within, without and in-between Japan as a nation-state and as a media landscape. Sometimes literally, as research fellow Luca Paolo Bruno did traveling to Buffalo, NY, to attend the Replaying Japan 2024 conference. Replaying Japan is a series of academic conferences organized under the auspices of the Ritsumeikan Center for Game Studies (RCGS) of Ritsumeikan University in Kyōto, Japan, since 2012, and focused on the study of Japanese Games.

Leggi tutto

NipPop va a Buffalo: un Report su Replaying Japan 2024

Lo studio della cultura pop giapponese richiede anche di considerare la sua espansione e diffusione entro, fuori e attraverso il Giappone sia come stato-nazione che come contesto mediatico. A volte questo succede letteralmente, come a Luca Paolo Bruno, assegnista di ricerca presso l’Alma Mater, che ha partecipato a Replaying Japan 2024, conferenza nell’ambito dei Japanese Game Studies tenutasi a Buffalo, NY, e organizzata sin dal 2012 sotto gli auspici del Ritsumeikan Center for Game Studies (RCGS) dell’università Ritsumeikan di Kyōto.

Leggi tutto