NipPop

Gatchaman

30 Aprile 2014
Laura Mugnai

 

Tokyo, in un ipotetico futuro nel quale l'umanità viene costantemente minacciata da attacchi di origine aliena. Una squadra di cinque agenti scelti è l'unica in grado di proteggere con i propri poteri il pianeta Terra.

Pur rientrando perfettamente in un genere codificato quale il sentai mono, uno schema come quello descritto suona alle volte familiare e sin troppo reiterato; tuttavia Gatchaman ha l'attenuante di essere stato uno dei primi ad utilizzarlo e a consolidarne la formula: si tratta infatti della versione live action di un anime nato nel 1972 dallo studio Tatsunoko, Kagaku Ninjatai Gatchaman ( Gruppo Scientifico Ninja Gatchaman). Di lì a poco nasce infatti la serie televisiva Himitsu Sentai Goranger, evolutasi poi nel gigantesco franchise nippo-americano dei Power Rangers.

Ken, George (nell'anime originale Joe), Jun, Ryu ed il giovanissimo Jinpei, fratellino di Jun: il “team action” in questione è stato reclutato dal Dottor Nambu dell'ISO (Organizzazione Scientifica Nazionale) per la capacità di ciascun membro di controllare l'energia di una pietra e di far fronte alle tecnologie dei Galactor, capitanati dal misterioso Berg Katse. Ma la perdita da parte di George della fidanzata Naomi ed il senso del dovere di Ken mettono in pericolo l'equilibrio della squadra e le amicizie che la tengono unita.

Prima di questo film era stata progettata nel 2004 una versione animata in computer grafica però mai completata. Sebbene in patria non si sia rivelato un insuccesso commerciale (ha incassato 401.196.315 yen a fronte dei 119.201.780 investiti), è raro che i live action tratti da famosi anime anni '70-'90 giungano fino alle sale d’oltremare, se non all'interno della programmazione di un festival. Il Gatchaman uscito in Giappone lo scorso agosto non fa eccezione, essendo stato proiettato durante l'ultima edizione del bolognese Future Film Festival. Per ragioni di scarsa dimestichezza è facile che uno spettatore neofita lo percepisca come un prodotto trash, anche se cresciuto con le puntate dei Power Rangers sui canali Mediaset .

Begli effetti speciali e una recitazione non scadente (molto del cast ha lavorato in passato in diversi dorama) non bastano però a supportare una sceneggiatura debole. Ciò è dipeso in parte da un rischio insito in ogni live action: quello di riassumere in un unico lungometraggio qualcosa programmato per durare decine (se non centinaia) di episodi, o semplicemente, di scegliere di raccontare gli episodi sbagliati.

Trailer: 

Regia: Toya Sato

Sceneggiatura: Yusuke Watanabe,

Cast: Tori Matsuzaka, Ayame Gouriki, Gō Ayano, Tatsuomi Hamada, Ryohei Suzuki

Durata: 113 minuti

 
Iscriviti alla nostra Newsletter!

Oltre a rimanere aggiornato sui nostri eventi e le nostre attività, riceverai anche l'accesso a contenuti esclusivi!

Marketing a cura di

Prossimi eventi

Articoli recenti

Mascotte design: il mondo delle delle mascotte giapponesi

In Giappone non c’è stazione ferroviaria, evento locale o spot turistico che non sia popolato da almeno una mascotte. Buffe, adorabili, a volte stranamente inquietanti, le Yuru-Kyara (o Yuru-Chara, ゆるキャラ) sono diventate un simbolo della cultura pop giapponese. Ma cosa sono esattamente queste mascotte? E soprattutto, perché i giapponesi le amano così tanto?

Leggi tutto

NipPop x FEFF27: “Dollhouse”

Come si fa a fare un film horror dopo una carriera trentennale di sole commedie? Questa è la domanda che critica e pubblico si sono posti quando Yaguchi Shinobu, noto regista giapponese, ha sorpreso tutti al Far East Film Festival di Udine quest’anno portando alla kermesse Dollhouse in anteprima mondiale. In questa storia di bambole possedute le risate sono sostituite da (forse troppi) jumpscare, ma comunque propone idee e suggestioni interessanti.

Leggi tutto

NipPop x FEFF27: “The Great Yōkai War” (2005) e “The Great Yōkai War: Guardians” (2021)

La cinematografia giapponese ha sin dagli albori un rapporto vivo e multisfaccettato con la tradizione folklorica, intesa non solo come raccolta di narrazioni arcaiche, ma come corpo simbolico capace di essere modulato e reinterpretato alla luce delle tensioni sociali e culturali contemporanee. In questa prospettiva si collocano The Great Yōkai War (2005) e The Great Yōkai War: Guardians (2021), due opere realizzate da Miike Takashi, regista caleidoscopico la cui produzione è impossibile da collocare in un singolo genere.

Leggi tutto